BRUXELLES ( UnoNotizie.it )
La Commissione europea ha fatto oggi un piccolo passo avanti verso Copenaghen, indicando per la prima volta una cifra concreta per le risorse finanziarie da destinare ai Paesi in via di sviluppo per affrontare i cambiamenti climatici. La somma, tra due e 15 miliardi di euro all’anno fino al 2020, è tuttavia disperatamente inadeguata.
“La Commissione sta cercando di alzarsi dal tavolo lasciando solo la mancia, e senza pagare il conto che serve per salvare il Pianeta da impatti climatici catastrofici - afferma Francesco Tedesco, responsabile Campagna Energia e Clima di Greenpeace. - La Commissione non ha inoltre reso noto come dovranno essere generate tali risorse finanziarie a livello internazionale”.
Un primo testo della Commissione indicava che l’impegno finanziario sarebbe stato compreso tra 13 e 24 miliardi di euro all’anno. Ora, dopo le forti pressioni degli Stati membri, questa cifra è stata ridimensionata ad appena 2-15 miliardi, con tagli particolarmente pesanti per contrastare la deforestazione degli ultimi polmoni verdi del Pianeta. Appena un anno fa, la stessa Commissione stimava che per fermare la deforestazione al 2020 erano necessari 30-75 miliardi di euro globalmente.
“I politici europei stanno giocando con i numeri, senza capire che possono cancellare interi ecosistemi col tratto di una penna. La sopravvivenza di intere comunità è a rischio” mette in guardia da Bruxelles Sebastien Risso, direttore di Greenpeace EU.
Greenpeace esorta la Commissione europea a onorare la propria leadership sul clima, impegnandosi a stanziare risorse finanziarie pari ad almeno 35 miliardi di euro all’anno fino al 2020, oltre agli aiuti già in essere. Queste risorse dovranno essere gestite sotto il controllo delle Nazioni Unite e serviranno per stimolare lo sviluppo delle energie rinnovabili nei Paesi di sviluppo, fermare la deforestazione e contribuire e misure di adattamento agli impatti dei cambiamenti climatici che già sappiamo inevitabili.
- Uno Notizie Bruxelles -
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