Nella zona del viterbese tra Nepi e il lago di Vico il 90 per cento del patrimonio arboreo è costituito da nocciole, è il serbatoio italiano dei produttori di nocciolato spalmabile; ormai è una monocoltura, a scapito della biodiversità. Ma i noccioleti hanno bisogno di tanta acqua, i trattamenti creano problemi agli abitanti e al lago di Vico, in una zona vulcanica dove sono già presenti gas Radon e arsenico.
Alcuni sindaci hanno emanato ordinanze di divieto di glifosato e altri fitofarmaci, imponendo nelle zone più a rischio l’agricoltura biologica. Sono entrati così in conflitto con i produttori che hanno fatto ricorso.
Nella zona, il Dipartimento di Epidemiologia della Regione Lazio segnala un rischio maggiore di patologie tumorali e l’Istituto Superiore di Sanità ha rilevato nel lago di Vico livelli di composti inorganici di fosforo usato nei fertilizzanti.
E poi a Pistoia, il distretto vivaistico più grande di Europa. Ci sono circa 1400 aziende che esportano piante ornamentali in tutto il mondo, ma i vivai richiedono suolo a scapito delle colture seminative, che nel pistoiese non esistono quasi più.
È un settore di difficile regolazione, i vivai sono a ridosso delle case e gli abitanti denunciano trattamenti continui con glifosato e altri prodotti chimici, i corsi d’acqua superficiali sono inquinati e a peggiorare la situazione è intervenuta una legge regionale che permette l’uso di fitofarmaci anche nei pressi dei pozzi di captazione di acqua per uso umano.