Etruria, un paesaggio unico, in
costante allerta per le minacce che provengono da grandi impianti di carattere
energetico. Accanto alla valorizzazione del ricco patrimonio ambientale tipico
della Maremma laziale dove spicca il sito Unesco di Tarquinia, la Sezione
Etruria di Tarquina, Montalto di Castro e Canino si trova costantemente a dover
fronteggiare nuovi mega impianti.
“Il territorio compreso da
Montalto a Civitavecchia – spiega Marzia Marzoli, presidente della sezione
locale di Italia Nostra - è da sempre interessato dalla presenza di grandi
impianti energetici che hanno modificato profondamente il tessuto sociale e
politico. Il polo energetico di Montalto di Castro e di Civitavecchia è uno dei
più grandi di Europa. La centrale a carbone di Civitavecchia è il simbolo della
schiavitù energetica, rappresentando la condanna denunciata da anni dal
comprensorio. Nel novembre 2018 il Ministero dell’Ambiente aveva dichiarato la
PHASE OUT dal carbone. Purtroppo – sottolinea Marzoli - non arriverà la
chiusura definitiva con bonifica dell’area come auspicato, ma, l’ennesima
riconversione, stavolta a gas, della centrale di TVN, che nel frattempo ha
richiesto la valutazione di Impatto Ambientale per la ‘Sostituzione delle unità
a carbone esistenti con nuova unità a gas’”.
Sotto osservazione da parte della
sezione locale di Italia Nostra anche altri mega impianti. “Il territorio di
Tarquinia, distante soltanto 20 chilometri – sottolinea ancora Marzoli -
continua a difendersi dai numerosi progetti proposti sul territorio,
riguardanti sempre progetti altamente impattanti di mega impianti energetici,
spacciati per rinnovabili, come l’impianto a Biogas in zona Olivastro, come il
progetto di mega impianto fotovoltaico a terra, come l’aerogeneratore in zona
industriale.
Su tutti, il progetto peggiore rimane l’inceneritore, proposto
dalla A2A Ambiente Spa, in zona industriale, Pian D’organi, in fase di prima
convocazione della conferenza di servizi, per il momento bloccata
dall’emergenza Covid 19”.
Tra le emergenze ambientali del
territorio una riguarda il fiume Marta “interessato – spiega l’esponente di
Italia Nostra Etruria - dall’inquinamento delle acque reflue di circa 120.000
abitanti, con 1 depuratore, su 4 non funzionante, (Cobalb), e 1 mal
funzionante, (Viterbo)”.
Altra emergenza ambientale è la
SS 675 con il millantato “progetto verde” nella Valle del Mignone, una vicenda,
quest’ultima oggi al vaglio della Corte di Giustizia dell’Unione Europea. “Al
riguardo infatti con ordinanza n. 1155/2018 il Tar Lazio (Sezione Prima) –
spiega Marzoli - ha rimesso alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea la
questione pregiudiziale e ha sospeso il proprio giudizio fino alla
notificazione della decisione emessa della Corte di Giustizia dell’Unione
Europea. Il Tar recependo la ricostruzione dei ricorrenti – tra i quali
Italia Nostra - ritenendo che sia stata
violata non solo la normativa nazionale ma anche la normativa europea, ha
evidenziato che la tutela ambientale non può essere sacrificata rispetto
all’interesse economico”.
Per la tutela del territorio
Italia Nostra Etruria insieme ad altre associazioni tra le quali il Forum
ambientalista, è inoltre tra i promotori di un progetto di Ecomuseo per la
Valle del Mignone e della Farnesiana, in fase di richiesta di riconoscimento.
“Un progetto che – mette in
evidenza Marzoli - si fonda sulla consapevolezza che l’area che interessa
Tarquinia, Montalto di Castro e Canino, riguarda un patrimonio importante dal
punto di vista della biodiversità e dell’archeologia. A Tarquinia troviamo il
sito Unesco denominato ‘Necropoli Etrusche di Cerveteri e Tarquinia’, la
riserva naturale delle Saline di Tarquinia, a Montalto di Castro il Parco
naturale e archeologico di Vulci che interessa sia Montalto di Castro che
Canino”.