CAPRANICA - VITERBO (UnoNotizie.it)
Forse qualcuno penserà che, visto il silenzio che circonda la vicenda dei rifiuti tossici illegalmente stoccati nella cava sita in località Prospero-Camporotondo, ormai sia tutto risolto.
Bene, il Comitato Cittadino per la tutela dell’ambiente e della salute pubblica, costituitosi nel 2005 in seguito alla ben nota vicenda, sente il dovere di riassumere la situazione affinchè ogni cittadino sia consapevole dello stato dei lavori per la messa in sicurezza dell’area.
A tutt’oggi nessun lavoro è stato eseguito sul sito per impedire che acqua e vento facciano espandere l’inquinamento ben oltre la zona delimitata. La Regione Lazio stanziò subito un finanziamento di 98.000 euro a cui si aggiunse un ulteriore finanziamento di 115.846 euro con l’obbligo da parte del Comune di Capranica di stipulare il contratto definitivo per l’inizio lavori per la messa in sicurezza entro la data del 31 Dicembre 2008, pena la perdita del finanziamento. Tra tavoli tecnici e conferenze dei servizi della Provincia, incontri in Regione, ricorsi (persi) al TAR dei proprietari della cava-discarica, il Comitato cittadino è stato sempre presente per sollecitare la messa in sicurezza a tutela della salute pubblica, messa in sicurezza, ricordiamo, decretata nel Dicembre 2005 dal Magistrato preposto alle indagini.
Nonostante i fondi stanziati dalla Regione Lazio non si è arrivati ad una celere soluzione per vari motivi: sottovalutazione del rischio, incompetenza di qualche personaggio preposto alle pratiche che ha messo più volte a rischio la perdita dei fondi regionali, un certo buonismo che non guasta mai, manovre per sostenere che in fondo il sito può essere anche non inquinato, basta cambiare la legge di riferimento (un po’ come per l’arsenico nell’acqua che diventa potabile per deroga ai limiti designati dalla UE ).
Dei fondi stanziati, circa 214.000 euro, ben 153.846 sono stati spesi per consulenze, progetti, analisi (unico lavoro sui materiali inquinanti è stato quello compiuto dall’ENEA) per cui rimangono circa 60.000 euro per fare una copertura del sito a risparmio (telo più sottile che costa di meno e si rompe prima, assenza di canalette di scolo delle acque cosicché quando il telo sarà carico di acqua piovana l’inquinamento si estenderà nella zona circostante l’area inquinata).
Tali sono le motivazioni, insieme al non rispetto dei tempi e dei costi iniziali, per cui la ditta appaltatrice dei lavori ha chiesto la rescissione del contratto. Siamo in attesa della convocazione di un tavolo tecnico richiesto alla Provincia in data 10 Luglio per chiarire in maniera definitiva i tempi dei lavori. Negli altri siti inquinati, Castel S. Elia e Cinelli ,oggetto dello stesso procedimento giudiziario, i lavori di messa in sicurezza e di bonifica sono iniziati da tempo; solo a Capranica ancora non si fa niente di concreto pur avendo speso oltre 150.000 euro.
Il Comitato Cittadino teme che questa storia non avrà mai fine e che i quattro soldi rimasti saranno nuovamente spesi per progetti e progettini a beneficio dei vari esperti e si chiede perché il rispetto della salute dei 6529 abitanti di Capranica, sancito dal Magistrato nel 2005 con l’ordine di “messa in sicurezza d’EMERGENZA“ non sia stato osservato con sollecitudine.
Tornerà l’autunno, torneranno le piogge, aumenterà il pericolo di percolamenti delle sostanze inquinanti nelle falde acquifere. Che nessuno dica “io non lo sapevo“.
- Uno Notizie Capranica -
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