BRINDISI - Gli ultimi dati diffusi dall'Autorità Portuale sul carbone movimentato nel porto sono la conferma per Brindisi del persistere di una emergenza ambientale che, nonostante i proclami delle Autorità preposte alla tutela dell'Ambiente e della Salute in questi ultimi anni, non si è attenuata.
Infatti dal dissequestro dell'area carbonile ad oggi l'aumento del carbone movimentato è stato di circa il 30%, 5,721 milioni di tonnellate nel 2005, 6,9 milioni di tonnellate nel 2006, 7,2 milioni di tonnellate nel 2007, 7,4 milioni di tonnellate nel 2008.
Non confortano le rassicurazioni delle autorità locali circa la riduzione delle emissioni di NOx, SOx, etc perché, tali dati sono forniti dalle aziende e ad oggi non risulta pubblicato sul sito dell'Arpa nessun dato riguardante le Centrali Termoelettriche presenti a Brindisi.
Ad uno specifico quesito posto all'Apat (http://www.eper.sinanet.apat.it/site/it-IT/) dalle nostre associazioni circa i dati INES, che riportano una riduzione delle emissioni di arsenico nel 2006 a parità di quantità di carbone bruciata, e a parità modalità di controllo dei dati, è stato risposto: "la documentazione comprovante il dato comunicato non è richiesta dalla normativa anche se deve essere conservata presso lo stabilimento".
Dal registro INES risulta anche che altri cancerogeni e metalli pesanti sono emessi oltre i limiti consentiti mentre non ci risulta che alcuna indagine sia stata condotta sulla emissione di sostanze radioattive, fenomeno tipico della combustione del carbone noto in tutto il mondo.
Ci chiediamo se le autorità locali abbiano mai fatto verifiche riguardo alla dichiarata riduzione delle emissioni, se cioè questa sia frutto di miglioramenti tecnologici o di altri fattori. Ci auguriamo comunque che sia rispettato il Protocollo d'intesa tra Arpa e Provincia circa i controlli pubblici.
Riguardo ai recenti incidenti del Petrolchimico ed all'immissione in Torcia di sostanze nocive, come rilevato dalle centraline dell'Arpa, apprezziamo l'azione dell'Amministrazione Provinciale ma nel contempo ci chiediamo a quali conclusioni sia giunta la Commissione per gli incidenti nella zona industriale presieduta dallo stesso Presidente Errico e se tale commissione abbia proposto miglioramenti impiantistici in sede AIA presso il Ministero.
LE CENTRALI A BIOMASSE NON SONO UN'ALTERNATIVA AI COMBUSTIBILI FOSSILI
Non conforta neanche l'autorizzazione ottenuta dallo zuccherificio SFIR con annessa Centrale a Biomasse da 39 Mw e la VIA in itinere a livello regionale della Centrale a Biomasse nell'Ex consorzio Brundisium di potenza simile, che porteranno ad un aumento delle emissioni di Sox, NOx, IPA formaldeide e acetaldeide nell'intera area.
La situazione è aggravata, dal fatto che tali centrali si trovano a meno di un chilometro dal centro urbano.Le centrali SFIR e Brundisium non possono essere considerate da fonte rinnovabile, perché saranno alimentate per la maggior parte da biocombustibile proveniente da Paesi in via di Sviluppo lontani anche più di 10.000 Km, con ripercussioni negative sulla condizione socio economica di quelle aree dal momento che sarà aggravata la loro carenza alimentare (aumenti dei costi dei generi di prima necessità e mancanza di cibo) al punto che Jean Ziegler, l'inviato speciale Onu per "il diritto al cibo", ha definito i biocombustibili "un crimine contro l'umanità".
Senza contare che più di 1.000 ettari di terreni sono stati individuati in Puglia, per soddisfare solo il 30% dell'alimentazione delle centrali in questione, destinandoli alla coltivazioni di colza e girasole ed andando così ulteriormente ad impoverire il tessuto agricolo del nostro territorio.
Ci chiediamo perché l'amministrazione provinciale in una area definita a rischio di crisi ambientale prima di approvare il protocollo d'intesa con la SFIR non abbia discusso il progetto con le popolazioni attraverso assemblee e incontri.
SCONTI SULLA BOLLETTA O SCONTI SULL'INQUINAMENTO?
Oltre a questi problemi, ci preoccupa lo proposta di convenzione sulle "royalties" al tavolo Commissione Sviluppo del Comune di Brindisi che prevede uno sconto in bolletta del 20-25% per i consumi delle famiglie e di tutte le imprese.
Prima di tutto, perché riteniamo che con il mercato dell'energia libero e con tanti operatori (http://www.autorita.energia.it/elettricita/venditori/elenco_venditori.html), una proposta del genere sarà quasi sicuramente bocciata dall'Autorità dell'Energia e poi perché una Amministrazione sensibile alle problematiche ambientali e sanitarie dovrebbe scegliere, per l'illuminazione pubblica, non già l'operatore del mercato libero che offre il prezzo più conveniente al Kwh ma quello che garantisce la produzione da fonte rinnovabile. Il problema per i cittadini non è quello di risparmiare ma di sentirsi garantiti nella tutela della propria salute. Quindi non sconti sulle bollette ma riduzione delle emissioni, cioè della produzione.
Si chiede inoltre all'Amministrazione Comunale se corrispondano al vero, come riportato recentemente sulla stampa, che le industrie energetiche versino l'ICI solo per una parte dei suoli occupati ed, in caso affermativo, quali azioni intenda intraprendere. Citiamo a mo' d'esempio il Comune di Montalto di Castro che per un impianto di minori dimensioni incassa 8 milioni di euro ogni anno di ICI.
RIFIUTI: NESSUNA INVERSIONE DI ROTTA
Oltre ai problemi delle centrali di produzione di energia elettrica, rimangono gravose la questione dei rifiuti, delle bonifiche e della sicurezza dell'area industriale di Brindisi.
Riguardo ai rifiuti, la discarica risulta essere ancora la via preferenziale: oggi come 5 anni fa sono ancora attive le grandi discariche di Francavilla e di Autigno, non esiste una preselezione dei rifiuti, una biostabilizzazione degli stessi e gli impianti di compost, di recupero del CDR e di recupero della raccolta differenziata sono ancora fermi al palo.
Ricordiamo poi, che a Brindisi sono presenti un Inceneritore e una Discarica di rifiuti speciali pericolosi. Sul primo è necessario che siano rese pubbliche le emissioni di diossine. Sulla questione delle Bonifiche poi, l'ultimo comunicato con cui si preannunciava un'intesa, è datato 12 Marzo 2008, dopo di che il silenzio...
Riteniamo che la questione della salute pubblica e delle minacce ambientali debba rimanere al centro del dibattito pubblico soprattutto in questo periodo preelettorale.
Medicina Democratica
Commenti |
||
nessun commento... |