Dopo anni di discussioni e di controversie il Cipe autorizza la nuova autostrada tirrenica, insieme alla nuova autostrada pontina. Per quanto riguarda la tirrenica si tratta di 206 chilometri di autostrada pieni di controversie: se ne discute da 40 anni, tra mille polemiche e un continuo susseguirsi di ipotesi sul tracciato. La prima volta che si parlò della realizzazione del collegamento autostradale A12 fra Livorno e Civitavecchia, la cosiddetta Tirrenica, era il 1968. Ora il Cipe ha approvato il progetto definitivo dei lotti 2, 3, 5A, 6B.

Il costo dei 148 chilometri relativi è di 1,3 miliardi di euro, a fronte di una spesa complessiva per l'intera opera pari a 2 miliardi di euro. La realizzazione, in project financing, è a carico della concessionaria Sat (Società autostrada Tirrenica), che gestirà l'autostrada in concessione fino al 2046.

L'ultimo tracciato prevede un adeguamento della Variante Aurelia nel tratto 'nord' da Rosignano (Livorno) a Grosseto e dell'Aurelia nel tratto 'sud' da Grosseto a Civitavecchia (Roma). Il progetto ha sollevato le polemiche degli enti locali. Gli abitanti dei comuni della zona hanno alzato gli scudi all'idea di dover pagare un pedaggio per gli spostamenti quotidiani. Inoltre c'è il timore che anche il traffico estivo di turisti e vacanzieri si concentri sulla viabilità ordinaria, con ingorghi e code, per evitare il pagamento di un pedaggio che non piace a nessuno.

Risibile anche il tentativo di indorare la pillola da parte dell’amministrazione regionale che si e' spesa per ottenere che una serie di categorie, come quella dei residenti, vengano esentate dal pedaggio. Questa trovata del governatore Rossi messa in campo solo per tacitare i malumori dei cittadini che abitano i tratti interessati dai lavori, non è stata accolta dal Senato della Repubblica che ha rigettato le richieste nei giorni scorsi.

Quel che più infastidisce i comitati formatisi nella Tuscia a Tarquinia, nella Maremma etrusca e soprattutto nel grossetano, per contrastare la realizzazione dell’autostrada tirrenica, come il Comitato Beni Comuni di Manciano, è l’apertura di un nuovo capitolo in quella grottesca vicenda che va ormai avanti da circa un decennio, con i più svariati espedienti e progetti. Si tratta, in sostanza, di realizzare un autostrada là dove non serve, poiché dalle ultime stime di traffico della stessa concessionaria SAT i veicoli che transitano quotidianamente sull’attuale Aurelia sono scese in pochi anni da 56.000 a 18.000 e il progetto ANAS di adeguamento dell'Aurelia, approvato nel 2002, avrebbe potuto sopportarne tre volte di più.

Non si riesce neanche a comprendere perché le istituzioni non riescano a riconoscere che una strada consolare è soprattutto un bene collettivo di cui le persone godono gratuitamente da 2300 anni. Se tutti accettassero questo presupposto si comprenderebbe bene perché le richieste di esenzione avanzate da Rossi siano solo dei tentativi, peraltro malriusciti, di tacitare il crescente risentimento popolare per il furto di un bene comune.

Sulla stessa linea anche gli ambientalisti, da sempre contrari alla nuova TAV, e anche alcuni esponenti politici come Giuliano Amato che ha una casa in zona. "Sarebbe come far passare un'autostrada sui lungarni a Firenze" ha detto qualche tempo fa. Nicola Caracciolo, vice-presidente di Italia Nostra e possessore di una casa a Capalbio, ha assicurato: "Scenderemo in piazza e siamo pronti ad azioni forti di disobbedienza civile, come ai tempi del nucleare”.

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