SCEMPIO CAUSATO DALLE TORRI EOLICHE INUTILE. Ecco perchè in Italia non rappresentano una soluzione. Ultime notizie Italia - Viterbo - Accademia KRONOS è in prima linea da anni sul fronte delle energie rinnovabili in contrapposizione alle energie prodotte da combustibili fossili, non a caso a giugno sarà presentato un progetto innovativo capace di dare il 26% di energia elettrica e calorica al nostro Paese grazie ai rivoluzionari dissociatori molecolari in funzione da anni negli USA e in costruzione da poco anche in Europa, oltre a ciò la nostra associazione con alcuni comuni italiani sta per avviare progetti sulle Smart Grids.
Detto questo Accademia KRONOS non accetterà mai di stare dalla parte di quei falsi ecologisti il cui benessere dell'ambiente e la tutela del paesaggio “interessano” solo se rappresentano un buon business. Società, imprese che si sono convertite o che hanno scoperto l'eolico come panacea ai problemi energetici del nostro Paese, ora cercano di proporre e propinare ai nostri politici e amministratori soluzioni magiche per bloccare l'effetto serra e ridurre l'uso dei combustibili fossili. In tutto questo purtroppo c'è da registrare che alcuni politici e amministratori pubblici, in buona fede, li ascoltano e con loro firmano accordi senza consultare le popolazioni.
Il gruppo scientifico di Accademia KRONOS ha valutato con attenzione molti dei progetti che "aziende ecologiste" vorrebbero propinare ai vari comuni, dagli impianti a biomassa che utilizzano l'olio di palma o di colza alle fattorie eoliche. Per gli impianti ad oli vegetali si va verso uno stop definitivo visto che in pochi anni il costo di questi oli è triplicato e continua ad aumentare e, quindi, non più vantaggioso. C'è poi da considerare che esiste il pericolo reale che questi impianti possano trasformarsi in inceneritori di immondizie. Circa l'eolico da recenti studi scientifici si è compreso che un grande impianto eolico per essere economicamente utile e per dare un congruo e costante apporto di energia elettrica in rete abbisogna minimo di 3.500 ore di vento annue. In Italia sono pochissime le aree geografiche che godono di questa ventosità e sono già state occupate da torri eoliche, nel restante territorio italiano, circa il 70%, la ventosità non si spinge oltre le 1.800 ore annuali. Sta di fatto che già ora assistiamo in molte zone della penisola a pale eoliche ferme.
Si richiede quindi, sia alla Regione Lazio che alla Provincia di Viterbo, una ferma volontà a rivedere tutti i progetti che vorrebbero sconvolgere aree di grande interesse artistico e paesaggistico della nostra regione, in primis la Tuscia, dove il vento è chiaramente presente, durante l'anno sotto le 3000 ore, ad eccezione di limitatissime zone.
Riteniamo utile, per avvalorare le nostre perplessità, riportare uno studio dell'ENEA di qualche anno fa che resta attualissimo e che consente di offrire ai comitati contro la devastazione del territorio spunti per costruttive proteste.
Da un'intervista al dott. Domenico Colante, responsabile ENEA fonti rinnovabili, da parte di Panorama dell'11/1/2007:
Pochi vantaggi, troppi rischi, Domenico Colante è stato uno dei primi in Italia a fare propagande all'eolico, ma oggi, responsabile per 13 anni del settore fonti rinnovabili all'Enea, è diventato uno dei suoi critici.
-“Nel Piano Energetico Nazionale 1988, L'Enea prevedeva l'istallazione di pale eoliche per massimo di 600 – 1.000 megawatt, rispettando le zone paesaggisticamente pregiate” – spiega. – “Oggi siamo a 1.800 mW e si vuole arrivare a 8-10mila. Assurdo!”
Perché?
Se le mettessimo in fila, avremmo 2.700 km di torri eoliche in un Paese che è lungo al massimo 1.200 km . Uno scempio ambientale senza precedenti. E oltretutto non risolveremmo il problema energetico: 8mila mW di potenza istallata produrrebbero 16 terawatt/ora di elettricità, che coprirebbe si e no il 4,5 per cento del fabbisogno elettrico nazionale. Ridurremmo le emissioni di anidride carbonica solo dell'1,5 per cento. Ci conviene giocarci ambiente e paesaggio per così poco?”
Ma in Germania hanno già istallato impianti eolici per 18mila mW.
“In Germania c'è una media di 3.500 ore di vento l'anno. In Italia nei siti appenninici, siamo a 1.800 ore: troppo poco. Se non ci fossero gli incentivi pubblici, gli impianti non sarebbero nemmeno competitivi.
Si potrebbero costruire più impianti?
La rete elettrica nazionale è in grado di reggere un apporto da eolico pari a 5 – 6mila mW, non di più. Perché il vento è inaffidabile e intermittente: se non soffia non produce energia e bisogna approvvigionarsi in un altro modo. Ma abbiamo visto tutti che cosa è successo il 28 agosto 2003, quando sono mancati i 4mila mW che compriamo dalla Francia: un blackout interminabile. Figuriamoci quando ne potrebbero mancare, di colpo perché non c'è più vento, 5 – 6 mila.”-
Onorevoli Presidente e Assessore, oggi sono molte di più le torri eoliche installate e molte di queste sono ferme per mancanza di vento. Accademia KRONOS pertanto Vi chiede di evitare ulteriori scempi a ciò che è rimasto più prezioso nella nostra regione, il paesaggio, che rappresenta, grazie al turismo, una delle ultime voci attive economiche italiane.
Il Presidente
Ennio La Malfa