La nuova direttiva europea sui rifiuti, già approvata dal Parlamento e in attesa della definitiva adozione da parte del Consiglio UE, è stata al centro di un seminario promosso dalle Regioni Toscana e Umbria insieme alla Direzione generale Ambiente della Commissione europea, al quale è intervenuta l’assessore regionale all’ambiente Anna Rita Bramerini, con gli assessori provinciali Andrea Cutini di Arezzo, Giancarlo Farnetani di Grosseto e Livio Grillotti di Massa-Carrara, rappresentanti delle altre province toscane, di Arpat e dell’Agenzia toscana per il recupero delle risorse. «Per la Toscana, che con la nuova legge regionale sta avviando una nuova stagione di pianificazione, è stato importante in questa occasione poter verificare – ha detto Bramerini – la coincidenza piena degli obiettivi fondamentali di innalzare i tassi di riciclaggio, di prevenzione e di recupero energetico». Ma per l’assessore della Toscana è importante ora stringere i tempi: «Appena la direttiva entrerà in vigore – ha proseguito Bramerini - gli Stati membri avranno due anni di tempo per recepirla: è auspicabile che il governo italiano possa provvedere al più presto a questo adempimento, in modo da inaugurare anche nel nostro paese un approccio moderno alla gestione dei rifiuti, un settore dove purtroppo l’Italia si è finora contraddistinta, a parte alcune eccezioni, per il poco invidiabile primato delle procedure di infrazione aperte a Bruxelles». Nel corso degli interventi dei tecnici della Commissione, ha ricordato ancora Bramerini, «è emerso con chiarezza il quadro di un’Europa a due velocità nelle politiche dei rifiuti, con alcuni paesi (come Danimarca, Olanda, Francia e Germania) che si segnalano per le performance virtuose nei campi del riciclaggio e del recupero energetico e con altri (tra cui figura l’Italia) che continuano a far intraprendere ai rifiuti la strada delle discariche. Si tratta, secondo Bramerini, di un ritardo da recuperare rapidamente: «In Toscana, con il piano regionale di azione ambientale, ci siamo posti un obiettivo ambizioso: ridurre al 20% il conferimento dei rifiuti in discarica». La nuova direttiva europea fissa infatti i nuovi obiettivi, da conseguire entro il 2020, del 50% di riciclaggio per i rifiuti domestici e del 70% per i rifiuti di costruzione e demolizione, oltre a rafforzare le disposizioni per favorire la prevenzione dei rifiuti tramite appositi programmi nazionali e a stabilire per la prima volta una chiara gerarchia tra le opzioni per la gestione dei rifiuti, privilegiando prima la prevenzione, quindi il riutilizzo, il riciclaggio e altre forme di recupero, prima di arrivare alla smaltimento in discarica, che rappresenta l’ultima soluzione
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