Egregio Direttore,
Abbiamo letto sulla stampa dei duri attacchi che ha dovuto subire qualche giorno fa il Presidente della Confindustria del Lazio per aver osato affermare, quello che è ormai di dominio pubblico, ovverosia che l’ambizioso ed impossibile progetto del grande aeroporto internazionale di Viterbo è definitivamente naufragato.
Anche la diplomazia del Vice-Presidente della Commissione Europea non è riuscita a far di più che affermare che mancano le infrastrutture e i soldi e che non lo preoccupa la tempistica: “per fare uno scalo non ci si mette un anno!(sic!)”. E anche questo è fatto noto visto che, non solo nella bozza di sintesi di studio sul piano aeroporti commissionato da ENAC a tre qualificate società, si parla per Viterbo in termini di -2030 ma anche nell’Allegato IV allo schema di decisione di finanza pubblica per gli anni 2011-2013, presentato dal Governo, si formulano prospettive di realizzazione dell’aeroporto al 2020, fermo restando che prima si facciano le infrastrutture di collegamento.
(vedi pagg.. 19-20 e 118 http://www.csaeroportotuscia.it/e107_files/public/allegato_iv.pdf
Ma allora da dove nasce tutto questo astio verso il presidente Stirpe da parte dei nostri autorevoli concittadini.
Forse dall’ignoranza, intesa come non conoscenza degli studi che sono stati fatti in proposito e con una certa accuratezza ,come quello elaborato di recente dalla stessa Confindustria Lazio sul “Quadrante settentrionale” da noi pubblicato e diffuso in un precedente comunicato. http://www.csaeroportotuscia.it/e107_files/public/confindustria_lazio_interventi_viabilit_e_fs.pdf
Se così è e continua ad essere anche in dibattiti politici di più ampio respiro che investono la credibilità dell’intero sistema Paese, di fronte la pervicacia a rifiutare “virtute e conoscenza” non rimane che consolarci assecondando il celebre motto che recita né più e né meno così: “Non discutere mai con un ignorante, ti trascina al suo livello e poi ti batte con l'esperienza”.
Vive cordialità.
S.T.A.S.A.
La redazione