Previsioni meteo tempo Italia ed ultime notizie fiume Po - Il livello idrometrico del fiume Po è salito di oltre due metri in un solo giorno per effetto delle intense precipitazioni che stanno accompagnando l’ondata del maltempo che ha già provocato nel 2010 un aumento del 43 per cento delle precipitazioni cumulate in Italia a gennaio sulla base dei dati della statistica mensile Ucea relativi alla media geografica degli scarti dal clima (1971-2000) della precipitazione cumulata in percentuale.
E' quanto emerge da un monitoraggio della Coldiretti alle ore 11,00 della mattina del 20 febbraio a Piacenza.
Le precipitazioni in questa fase stagionale sono importanti per ripristinare le scorte idriche nel terreno che le coltivazioni potranno utilizzare per la crescita nel periodo primaverile ed invernale.
Per scongiurare il rischio di siccità estiva la caduta della pioggia deve avvenire in modo costante e durare nel tempo, mentre i forti temporali, soprattutto se si manifestano con precipitazioni intense, rischiano di provocare danni poiché i terreni secchi non riescono ad assorbire l'acqua che cade violentemente e tende ad allontanarsi per scorrimento.
Le manifestazioni temporalesche persistenti confermano la sempre piu' elevata frequenza di eventi estremi che sono una espressione dei cambiamenti climatici in atto che mettono in pericolo la sicurezza del territorio nazionale, dove sette comuni italiani su dieci sono interessati dagli oltre 21mila chilometri quadrati di territorio nazionale considerato a rischio per frane e alluvioni.
In Italia ci sono 5.581 comuni, il 70 per cento del totale, a rischio idrogeologico dei quali 1.700 sono a rischio frana e 1.285 a rischio di alluvione, mentre 2.596 sono a rischio per entrambe le calamità.
All'elevato rischio idrogeologico in Italia non è certamente estraneo il fatto che un territorio grande come due volte la regione Lombardia, per un totale di cinque milioni di ettari equivalenti, è stato sottratto all'agricoltura che - afferma la Coldiretti - interessa oggi una superficie di 12,7 milioni di ettari con una riduzione di quasi il 27 per cento negli ultimi 40 anni.
Il progressivo abbandono del territorio e il rapido processo di urbanizzazione spesso incontrollata non e' stato accompagnato da un adeguamento della rete di scolo delle acque ed è necessario intervenire per invertire una tendenza che mette a rischio la sicurezza idrogeologica del Paese.
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