Marche, Ancona - Nel corso dell’ultima seduta di Consiglio Regionale delle Marche è stata approvata la legge sui rifiuti. Un’approvazione che, per la complessità del tema, è stata preceduta da una lunga fase di consultazioni e valutazioni condotte in sede di IV Commissione.
La nuova legge regionale, rispetto alla normativa vigente approvata nel 1999, introduce alcune novità sulla traccia delle ultime disposizioni nazionali e comunitarie nel frattempo emanate.
In primo luogo la dimensione dell’Ambito, in cui si deve garantire la gestione unitaria dei rifiuti urbani che è rappresentato dal territorio provinciale, consentirà, tramite l’accorpamento degli attuali bacini sub-provinciali, di operare in una economia di scala più vantaggiosa e funzionale. Una novità correlata al fatto che nell’Autorità d’Ambito, organo di governo del territorio in materia, sono presenti, in forma unitaria, sia i comuni che la provincia e questo può rappresentare una ulteriore forma di integrazione tra gli enti locali interessati.
In particolare la nuova legge, secondo le ultime notizie, ha introdotto di regolamentare, con garanzie per i titolari, il trasferimento degli impianti al gestore, condizione stabilita dalla norma nazionale. Quindi gli attuali titolari, comuni o consorzi, saranno tutelati nel delicato passaggio che il legislatore nazionale ha dettato genericamente.
Altra questione molto dibattuta, è la realizzazione di impianti in territori che confinano tra due province. Dopo varie ipotesi, si è giunti ad una soluzione ampiamente condivisa secondo la quale la regione assume la competenza in materia di Valutazione di Impatto Ambientale e di Autorizzazione dell’impianto e le decisioni saranno assunte di concerto con le province interessate.
E’ una legge che “riprende i principi fondanti della precedente: – afferma l’assessore all’Ambiente della Regione Marche, Marco Amagliani – sviluppare la prevenzione, la raccolta differenziata spinta e il riciclo al fine di ridurre lo smaltimento. Introduce ulteriori meccanismi e strumenti per meglio conseguire questi obiettivi. Con questa legge quindi non ci saranno più paraventi dietro i quali nascondere le inefficienze, chi ha voluto operare per raggiungere traguardi virtuosi lo ha già fatto e presto, alla rassegna Comuni ricicloni delle Marche, premieremo i migliori, per gli altri il tempo è scaduto e ogni ulteriore ritardo sarà pagato con le sanzioni tributarie attualmente vigenti”.
Contemporaneamente alla legge, è stata approvata una variazione al Piano Regionale di gestione dei rifiuti che subordina la scelta di impianti per lo smaltimento (inceneritori) al raggiungimento dei livelli di raccolta differenziata fissati dalle disposizioni nazionali (45% al 2008 e 65% al 2012). Non si tratta di una scelta ideologica o di rifiuto di quella tipologia di impianti, commenta l’assessore: “Al contrario, è una scelta ragionata e di buon senso: in molte parti del nostro territorio la raccolta differenziata ha dimostrato di poter arrivare a livelli fino a qualche tempo fa impensabili (60-70%) e quindi la parte residua da destinare a termodistruzione non corrisponde oggi a quella di una situazione a regime. Occorre arrivare a regime con le raccolte differenziate per conoscere la dimensione dell’eventuale impianto di cui sul territorio c’è oggettiva necessità. La nostra dimensione demografica, il sistema orografico e i relativi collegamenti, i costi di tali impianti e la congiuntura attuale ci obbligano a fare scelte ben ponderate per evitare di realizzare impianti la cui alimentazione, in futuro, ci obbligherebbe a importare rifiuti prodotti altrove”, conclude Amagliani.
- Uno Notizie Marche, Ancona -
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