Un Parco Regionale all’Arcionello. 400 ettari strappati alla speculazione e indirizzati verso la realizzazione di un laboratorio partecipato per il recupero ambientale dell’ultima valle naturale della città di Viterbo. L’ultimo ponte, quello di Foffiano, rimasto in piedi a testimoniare la nascita di una città sulle rive del suo fiume, l’Urcionio.
Viterbo ha bisogno delle sue radici, di riconoscersi città immersa tra boschi secolari e bagnata dalle acque dei Cimini. Ha bisogno di riscoprirlo, prima che sia troppo tardi.
Un traguardo impensabile solo pochi anni addietro, quando un numero elevato di associazioni (oltre 20) e straordinario di cittadini si impegnarono in un Coordinamento contro quella che si dimostro essere una delle più grandi speculazioni edilizie degli ultimi decenni.
Le varie proposte di legge, sostenute dal lavoro minuzioso e attento dei tecnici del Coordinamento, sono state riunite in una ipotesi complessiva che comprende l’intero Monte della Palanzana e anche la zona di Pian di Cecciole. E’ stato infatti accolta la richiesta di Legambiente, in sede di osservazioni, che richiedeva l’inserimento di quest’ultima nel perimetro.
Ora il Consiglio regionale. Ma l’opera non è affatto compiuta e il Coordinamento non intende ancora fermarsi. Manca solo un passo, il più importante.
Coordinamento Salviamo l’Arcionello
Umberto Cinalli
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