S. FILIPPO DEL MELA -MESSINA
Ci siamo sempre chiesti quale criterio viene adottato per esaminare una richiesta e poi concedere l’autorizzazione AIA.
Come avviene il dibattito, la validità della documentazione prodotta, e chissà cos’altro.
Tuttavia, a noi appare molto insolito che una infrastruttura industriale, vetusta, molto contestata, possa proporsi per ottenere tale autorizzazione e se, come pensiamo, tale autorizzazione verrà concessa, allora non capiamo quali elementi la Commissione AIA abbia considerato per sostenere la concessione autorizzativa.
Poi questi Commissari sono veramente competenti ed oculati?
Secondo quanto è emerso, (v. notizie settimanale l' Espresso n° 45 13 novembre 2008), vi sono molti dubbi sia sulla competenza, che sul conflitto di interessi.
L’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) è il provvedimento che autorizza l’esercizio di un impianto, ovviamente a determinate condizioni : garanzia di conformità alla Decreto Legislativo 59/05 di recepimento della direttiva comunitaria 96/61/CE relativa alla prevenzione e riduzione integrate all’inquinamento (IPPC)
L’Avviso Pubblico di Avvio del Procedimento per il rilascio di Autorizzazione Integrata Ambientale per l’esercizio della Centrale termoelettrica di San Filippo del Mela (Me), di potenza nominale pari a 3.264 MW termici e a 1280 MW elettrici, da parte del Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare , è avvenuto in data 5 aprile 2007, poi forse ci sono state proroghe.
Si precisa altresì che, l’Autorizzazione Integrata Ambientale sostituisce ad ogni effetto ogni altra autorizzazione, visto, nulla osta o parere in materia ambientale previsti dalle disposizione di legge e delle relative norme di attuazione.
Sono fatte salve le disposizioni relative al controllo dei pericoli di incidenti rilevanti connessi con determinate sostanze pericolose.
Le aziende a tal punto debbono obbligatoriamente raggiungere determinate prestazioni ambientali, adottando tecniche di processo piuttosto che tecniche di depurazione.
Quest’ultimo aspetto non è certamente da trascurare, né si può pensare che per costruire un iter procedurale finalizzato alla Autorizzazione, sia sufficiente imbastire un ragionamento di piani e sistemi integrati di supporto che nulla hanno a che fare con il processo produttivo.
La centrale di S. Filippo del Mela ha una storia di aggiustamenti tecnologici di scarsa funzionalità rispetto al quadro normativo, grazie alla carenza di controlli nonché protocolli di monitoraggio.
Ma su questo aspetto ci soffermeremo in altro documento, adesso è più urgente far comprendere le strategie poste in essere per ottenere la sospirata autorizzazione, malgrado gli accadimenti e le forme di emissioni durante la fase notturna, i cui boati, oltre turbare la quiete della Valle del Mela, annunciano scarichi a manetta e conseguente formazione di nubi dense visibili anche a cielo scuro.
Il legislatore, al quale tutti noi pensiamo come soluzione democratica, non riesce facilmente a riorganizzare gli aspetti del diritto ambientale, e confida che l’AIA sopperisca alla strisciante incertezza del diritto ambientale, tuttavia non risolve gli aspetti più specifici della garanzia sulle emissioni e sulla tutela dell’ambiente.
Un esempio per tutti, vi è l’obbligo di indicare a mezzo di apposito registro la tipologia e quantità di emissioni, come pure di annotare tutte le anomalie di funzionamento, ebbene la mattina del 19 agosto 2007 trovai la mia macchina nelle condizioni di cui alla foto, per la pulizia ho dovuto rivolgermi al carrozziere , ho effettuato ricerche e non ho trovato alcuna annotazione dell’accaduto (forse emissioni anomale?), quindi debbo concludere che i dati ed i report non sono fedeli ai fatti, siamo a tal punto curiosi di sapere l’effettivo scenario emissivo.
Il luogo ove era parcheggiata l’auto è l' abitazione che uso nel periodo estivo, parte alta di Pace del Mela, antico borgo, caratterizzato da alcuni edifici antichi e che domina il lacerante spettacolo industriale della Valle del Mela –
Dal documento “ ……Osservazioni sul parere istruttorio conclusivo della Commissione Istruttoria IPPC “ apprendiamo che:
· il trattamento catalitico del volume dei fumi avviene per il 60% anziché per il 100%;
· per particolari condizioni di microclima la maggior concentrazione delle emissioni interessa Pace del Mela,
· che il desox e denox (riduttori catalitici selettivi) potrebbero essere residuati di altri impianti;
· che i gruppi 5 e 6 sono anch’essi residuati industriali; non parliamo degli sforamenti, e delle tracce di arsenico riscontrati a 250 metri di profondità e tante altre incongruenze di difficile sintesi
Possiamo a tal punto affermare che la Centrale Termoelettrica di San Filippo del Mela non produce solo energia elettrica, ma produce anche elevato inquinamento ambientale e del sottosuolo con grave pregiudizio della falde acquifere, danni al patrimonio per il forte degrado fisico del territorio oltre ai disagi o danni permanenti per la vita di una zona con grave squilibrio per i cicli naturali esistenti, e ci meraviglia che lo Soc. TERNA SPA, pone la sua valutazione in termini di funzionamento sicurezza del sistema elettrico in Sicilia per salvare la Edipower .
Noi conosciamo un solo sistema o metodo, che è quello delle garanzie, i dati ed i ragionamenti tecnici sono solo emissioni intellettuali teoriche, pretendiamo che la Edipower dia garanzie finanziare reali per la responsabilità civile che i parametri previsti dalla normativa in materia di emissioni siano rispettati.
Non servono relazioni tecniche o valutazioni strategiche inconcludenti, o ricatto occupazionale .
Stesso discorso vale per la Soc. Terna spa sia per i suoi sistemi che per quanto esprime in via suppletiva a favore della CTE di S. Filippo del Mela, non si limiti ad una mera indicazione ma specifiche meglio la qualità del supporto strategico.
Se ricordiamo bene, dalle linee guida del Piano energetico Regionale, appena emanato, sono affiorate proposte superiori alla capacità della rete elettrica regionale, ebbene si cominci a fare più spazio al fotovoltaico riducendo l’apporto di energia prodotta da sistemi inquinanti.
Chi inquina commette un grave reato, chi lo permette diventa complice.
Vogliamo sapere chi paga i danni, alla salute, i danni per gli effetti dell’impatto sociale ed economico, per il mancato sviluppo, pretendiamo che vengano ben individuati i responsabili della “colpa grave”, si desidera sapere se la eventuale Autorizzazione Integrata Ambientale debba essere interpretata come nuovo soggetto omologatore e non responsabile del servizio.
Per quest’ultimo aspetto ci preme specificare meglio le ragioni di tale pretesa, occorre distinguere tra la consapevolezza speculativa e la congruità del servizio.
Produrre energia elettrica a mezzo di una centrale si potrebbe configurare come infrastruttura di servizio e quindi simile ad una attività di pubblica utilità, senza la quale si creerebbe un danno alla comunità.
In tale specie si intende giustificare ogni forma di permissivismo ivi compreso il mancato rispetto dei limiti stabiliti dalla normativa sulle emissioni o inquinamento.
Sappiamo anche che oggi la tecnologia permette di fare attività produttiva limitando le forme di inquinamento che l’impatto, ma occorre investire, ed ecco che emerge l’aspetto speculativo, sfruttare al meglio, porre strategie di sfruttamento con azioni di managment alfine di contenere gli investimenti per le opere di ambientalizzazione.
Non solo, attraverso organismi e procedure, rendere possibile la legittimazione della attività.
Almeno da quello che succede e si vede, tutto questo si riscontra.
Un sistema congruo lo si riscontra invece, in altro modo: partecipazione, consapevolezza, condivisione dei risultati, azioni di sviluppo sostenibile, interventi per mitigare l’impatto etc.
Per tutto quanto sopra osservato, riteniamo che l’Autorizzazione Integrata Ambientale alla Centrale di S. Filippo del Mela debba essere negata, salvo che la Edipower fornisca precise garanzie e venga chiarito come debbano attuarsi gli interventi del risanamento e quali azioni porre in essere per il riequilibrio territoriale oggi dissestato dal forte impatto.
Il Vice Presidente T.A.T.
Nella foto: tetto della Volvo V70R con le macchie oleose
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