VITERBO - ( UNONOTIZIE.IT ) Una storia significativamente tipica seppur breve, quella del nuovo ATC-VT1 che dopo anni di commissariamento, da pochi mesi è attivo ed ha rilanciato alla grande le antiche e consuete pratiche collegate a quella attività venatoria che ricordiamolo, è un puro e semplice diletto ludico praticato da una sparuta minoranza armata.
Alla sua nascita ed al sostegno del nuovo presidente hanno contribuito con spirito di responsabilità e fiducia in un cambiamento, le due associazioni ambientaliste superstiti accreditate, LIPU e WWF. Superstiti perché a seguito di ingerenze indebite da parte di personaggi che gravitano attorno ad interessi notevoli (potere e mani libere), da questo Direttivo sono state escluse associazioni che ne avrebbero avuto tutto il diritto come Legambiente ed Italia Nostra, con il chiaro intento di zittire le voci discordi. Al loro posto sono entrate in quota “componente ambientalista”, associazioni accreditate da ministri compiacenti, associazioni che di ambientalista non conoscono che lo spargimento del piombo. Nonostante ciò, i “superstiti ambientalisti” hanno appoggiato una presidenza che a parole mostrava attenzione alle loro istanze: diminuzione nel numero dei rilasci di animali alieni, diminuzione dell’intervento pesante della “caccia di selezione” nei confronti di presunte “specie nocive”, miglioramento ambientale e difesa della legge 157/92 che stabilisce un principio fondamentale:
la fauna selvatica è bene indisponibile dello stato, salvo concedere per un tempo limitato e solo per alcune specie, l’esercizio dell’attività venatoria nel rispetto delle leggi nazionali e delle direttive europee.
In barba a ciò e nonostante le divisioni interne alle associazioni venatorie quando si trattava di eleggere il Direttivo (le controversie intestine al mondo venatorio sono finite in tribunale), quando si è trattato di introdurre 1000 lepri “puramente rumene” al modico costo di oltre 150 Euro al capo per una cifra totale di oltre 150.000 Euro e 3.000 fagiani di allevamento a più di 10 Euro per coppia di ali per un altro totale di oltre 30.000 Euro, gli scontri, i veleni, le ritorsioni reciproche tra cacciatori si sono magicamente tramutati in pacche sulle spalle e complimenti reciproci. Tutto ciò, è bene sottolineare, accade solo nel territorio di competenza del VT1, praticamente metà provincia di Viterbo, immaginiamo quali possano essere le cifre relative all’intera provincia…..
Non basta, il Presidente dell’ATC ha reinvestito del compito per lo studio riconducente all’abbattimento dei caprioli le stesse persone che precedentemente avevano partorito quel “piano di abbattimento” vergognoso che ancora è in atto e sul quale la stessa dirigenza dell’ATC si era mostrata critica ma si sa, una mano lava l’altra e le idee possono cambiare in fretta……
E’ in progetto un piano per il ripopolamento del fagiano. Ovviamente, condizione primaria è la bonifica del territorio dai predatori (leggasi volpi) per i quali sono già pronte significative scorte di piombo e costosi piani di studio per l’abbattimento. La concorrenza va debellata, si sa…..
In tutta questa frenetica manipolazione del territorio e della fauna la componente ambientalista è stata presa a pesci in faccia, ignorata a più riprese tranne quando si è trattato di fare promesse al solo fine di assicurarsene i voti indispensabili per l’elezione del presidente.
Non c’è mai stato né ce lo attenderemo mai da parte dei cacciatori, un accenno di autocritica su come sono state gestite le introduzioni sul nostro territorio di selvaggina pronto-sparo.
La storia drammatica dei cinghiali dell’est che a seguito di introduzioni selvagge hanno invaso i nostri terreni con danni incalcolabili alle colture ed alla fauna autoctona non ha insegnato nulla a questi pericolosi dilettanti dello sparo. Un gioco tragico che ha sconvolto l’equilibrio tra le specie e tutto il nostro territorio.
Questo modo di agire sulla fauna non può portare che ad un inaridimento ecologico irreversibile, dannoso alla lunga anche alla stessa pratica dell’attività venatoria.
Con la nascita del nuovo ATC sembrava che le cose potessero cambiare, almeno un po’.
Invece prosegue tutto come e peggio di prima, nella totale noncuranza e mancanza di rispetto per le più elementari norme per una rinaturalizzazione necessaria del territorio o semplicemente nel rispetto del buon senso e della ragionevolezza.
Ambito Territoriale di Caccia – Viterbo 1: i Presidenti ed i Direttivi cambiano affinché nulla cambi!
Il delegato della Sezione LIPU di Viterbo
Enzo Calevi
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