ROMA (UNONOTIZIE.IT)
La LAV chiede al senatore D’Alì, Presidente della Commissione ambiente del Senato, di revocare immediatamente al senatore Orsi il mandato di relatore del testo unico che si propone di stravolgere la normativa vigente sulla tutela degli animali selvatici e sulla regolamentazione della caccia.
Se il testo licenziato dal senatore Orsi venisse approvato così com’è, infatti, quelli che ad oggi sono gravissimi atti di bracconaggio ed inaccettabili violazioni alle normative europee, di fatto sarebbero resi legali: non vi sarebbe più alcun limite né controllo alla detenzione di uccelli usati come richiami nella caccia da appostamento; nei campi addestramento per i cani sarebbe possibile sparare per 12 mesi all’anno; i cacciatori potrebbero sparare a cani e gatti non custoditi; l’uso del fucile sarebbe consentito già al compimento del 16° anno di età, prospettando uno scenario in cui ragazzi minorenni si aggirano nei pressi delle abitazioni e delle strade armati di micidiali fucili con gittata fino a 2 Km di distanza!
“Non possiamo tollerare che il Sen. Orsi, un appassionato dichiarato della pratica venatoria, possa demolire la legge sulla tutela degli animali selvatici al solo scopo di soddisfare la propria sanguinaria passione – dichiara Massimo Vitturi, responsabile LAV, settore caccia e fauna selvatica – chiediamo che il Senatore D’Alì, Presidente della Commissione Ambiente del Senato, revochi immediatamente il mandato al suo compagno di partito, investendo del delicato compito istituzionale di relatore una persona che non sia arroccata sulle posizioni più estremiste del mondo venatorio e che tenga in debita considerazione le richieste del 74% degli italiani, che vorrebbe la chiusura definitiva della caccia!”
Il senatore Franco Orsi, attuale relatore, infatti, si è più volte vantato di aver sottratto terreno ai parchi regionali consegnandolo ai cacciatori, quand’era assessore regionale in Liguria.
“Sarebbe logico pensare che una Commissione Parlamentare che si occupa di ambiente, si prodighi nel licenziare atti allo scopo di garantire la tutela della natura, della flora e della fauna. – conclude Massimo Vitturi – Ma il condizionale è d’obbligo in un Paese, come il nostro, dove i cacciatori, nascosti dietro al paradossale concetto di “tutori dell’ambiente”, sostengono che l’unico modo per difendere la natura consiste nell’uccidere gli animali che la popolano”.
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