Ultime news - Unonotizie.it - Poco più di un anno fa, con un gruppo di amici sensibili alla devastazione esponenziale in corso delle palme storiche monumentali nel nostro territorio, in particolare tra Bordighera e Sanremo, organizzammo in urgenza a Bordighera una conferenza pubblica battezzata "Sarà la Città delle Palme". Era il 7 Maggio 2014. L'occasione era stata la scoperta "casuale" di una proposta che era stata presentata alcuni mesi prima - dicembre 2013- da Michel Ferry, ricercatore dell' INRA (Istituto nazionale della ricerca agronomica francese), al Sindaco di Bordighera. Tale proposta consisteva nella possibilità di una dimostrazione gratuita di una strategia di lotta integrata, che includeva l'uso dell'endoterapia, su circa 1500 palme urbane, della specie più attaccata dal punteruolo rosso , la phoenix canariensis. Questo progetto passò sotto silenzio. Ignorato da tutti. Migliaia di palme avrebbero potuto essere protette e salvate. Abbiamo compreso subito che si trattava di un'opportunità di enorme interesse, che avrebbe potuto unirsi, non sostituirsi, a proposte già apparentemente lanciate da altri esperti locali. L'idea era di fare di Bordighera, sede del secondo palmeto storico in Europa, dopo quello spagnolo di Elche, un polo di ricerche e di sperimentazione, ma soprattutto di dimostrazione di un piano di lotta operativa per mettere fine alla devastazione dell'insetto.
Tale piano di lotta presentava un immenso interesse non solo per la Riviera italiana ma per tutto il bacino del Mediterraneo. Purtroppo, non ci fu alcun seguito a questa proposta, nonostante il suo fine fosse la salvaguardia di un'eredità verde - pluricentenaria per il palmeto storico di Bordighera e a partire dal XIX secolo per parchi e giardini- che ha contribuito essenzialmente alla crescita socio culturale ed economica del nostro territorio, quella Riviera italiana e francese che nella continuità del suo paesaggio meraviglioso non conosce frontiere. Claude Monet, nel 1884, ha scoperto e dipinto le palme di Bordighera in 38 splendide opere realizzate nell'arco di 78 giorni, la durata del suo primo viaggio di studio nel Mediterraneo. Nel corso dei mesi che hanno seguito il nostro appello-conferenza di maggio 2014, abbiamo visto, letto , ascoltato promesse - mai tenute- di azione da parte delle autorità e dei cosiddetti esperti competenti nella gestione della lotta obbligatoria al punteruolo rosso. Abbiamo assistito con stupito sdegno a una campagna di enigrazione nei confronti del ricercatore dell'INRA, L'irriducibile Michel Ferry, che aveva lanciato la proposta "ultima chance", per la salvezza delle palme ancora in piedi.
Abbiamo redatto e inviato una petizione per la messa in atto urgente di tutte le strategie di lotta autorizzate dalla comunità europea a tutte le istituzioni responsabili, dal comune al ministero dell'agricoltura, che non ha mai visto risposta. Abbiamo assistito, impotenti, all'ecatombe e all'abbandono delle palme monumento nei loro focolai di infestazione. Che continuano a moltiplicarsi, giorno dopo giorno. Lasciando al loro passaggio paesaggi spettrali. Le promesse continuano, nulla è stato fatto, salvo spendere denaro pubblico per l'abbattimento sistematico delle palme che porta profitti immediati e alimenta un' evidente rete di interessi di ogni genere. Molte dichiarazioni sulla stampa. Passività di chi legge e si accorge troppo tardi di ciò che realmente accade. Ah..si, c'è anche denaro pubblico che si prevede di spendere per sperimentazioni biologiche (nematodi) troppo tardive, costose e obsolete per far fronte al grado di infestazione nel quale la regione si trova. C'è anche un progetto, denominato "Gerico", emanato dal servizio dei beni ambientali di Sanremo, che consiste nel ripiantare giovani palme dattilifere su tutto il comprensorio, per così dire in sostituzione delle palme monumentali centenarie cadute. Altro schermo di fumo per nascondere la catastrofe e le responsabilità .
E per alimentare nuove generazioni di punteruoli che andranno ad alimentarsi e a moltiplicarsi in quelle giovani palme la cui piantumazione andrà a risolversi in un assurdo spreco. Il punteruolo rosso è infatti arrivato nel bacino del mediterraneo proprio a cavallo di palme dattilifere, portate dall'uomo. Dodici mesi di lotta, di delusioni sistematiche, di stupore per l'incosciente irresponsabilità dell'uomo che sfrutta e distrugge la terra e la sua meravigliosa natura invece di proteggerla e nutrirla. Due possibilità in effetti: Seguire la via del denaro, del profitto per il profitto, dello sfruttamento sfrenato e distruzione delle nostre risorse. Oppure seguire la terra e la natura, il bene più prezioso che è stato dato all'uomo, "l'essere più superdotato ma meno intelligente del pianeta terra" (Pierre Rabhi). Finalmente, le buone notizie: Dopo un anno, siamo riusciti a costituire una rete transfrontaliera di persone e associazioni determinate a continuare a battersi affinché siano finalmente messe in opera azioni concrete e organizzate per la salvaguardia del nostro patrimonio vegetale.
A mantenere alta e costante l'attenzione di tutti gli attori coinvolti. A denunciare ogni malversazione, ogni proposta fumosa destinata a coprire gli interessi privati a discapito dell'interesse generale. Abbiamo deciso di ampliare la nostra visione, unendo la voce delle palme a quella degli ulivi, altri alberi di millenaria civiltà che rischiano di cadere ovunque nel bacino mediterraneo, a causa di un altro misterioso devastatore, importato dall'uomo, il batterio xylella fastidiosa. Diffuso ancora una volta per la gestione irresponsabile, incompetente, spesso criminale, dell'essere umano. In questa impresa, un "Collettivo Mediterraneo per la salvaguardia delle palme" ( collectif méditerranéen pour la sauvegarde des palmiers ) si è costituita, nell'aprile 2015, a Hyèresles- palmiers, nella regione del Var francese, sotto l'impulso del suo presidente fondatore, Guy Hily. Un'importante "finestra" sulla questione degli ulivi mediterranei sarà aperta in occasione di una prossima grande riunione pubblica inaugurale, che si svolgerà a Nizza, in data da definirsi a breve nel corso di giugno 2015.
Al COLLETTIVO MEDITERRANEO hanno già aderito nominalmente :
Silvia Alborno e Debora Chiavone per qui presenti, associazione per lo sviluppo di arti e
culture, Bordighera , italia.
Giuseppe Bessone, Bordighera, Italia.
Francesca Antonelli per Sanremo Attiva, Sanremo, Italia.
Robert Castellana per il giardino sperimentale Phoenix, palmeto storico di Bordighera .
Michel Sajn per La Strada, Nice, Francia.
Giovanni D'Agata per lo Sportello dei Diritti, Lecce-Torino, Italia.
Renato Carpi e Sassie Spiga per Algebar, Genova-Italia-Algeria-Mediterraneo.
Michel Ferry e Susi Gomez per Estación Phoenix, Elche. Francia-Spagna.
Lanciamo l'appello e attendiamo con calore tutte le persone e soggetti istituzionali e
associativi che vogliano unirsi a questa rete mediterranea di soccorso all'inestimabile
patrimonio verde in corso e a rischio di devastazione e definitiva scomparsa.
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