Lazio, Viterbo libri www.UnoNotizie.it - Chiude Resist 2013 IX edizione, con il successo editoriale del collettivo Scrittura Industriale Collettiva IN TERRITORIO NEMICO. L'ultimo appuntamento si terrà Venerdì 3 maggio, alle ore 18:00 al Biancovolta, Viterbo.
La presentazione di in Territorio Nemico di Scrittura Industriale Collettiva verrà presento con reading del Cantiere Teatrale e dj set con aperitivo a cura di Mancuso Brothers.
"Un ufficiale che diserta e
intraprende un viaggio attraverso l’Italia devastata dalla guerra. Una
ragazza di buona famiglia che diventa una partigiana pronta a uccidere
un fascista dopo l’altro. Un ingegnere aeronautico che si nasconde in
attesa che passi la bufera.
Matteo, sua sorella Adele, il cognato Aldo:
sono i personaggi di In territorio nemico, tre giovani separati dalla
guerra che, dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, cercano ritrovarsi
in un paese in preda al caos. Nei venti mesi terribili dell’occupazione
nazista, i tre protagonisti faranno esperienza della battaglia,
dell’isolamento, dell’amore, del conflitto con se stessi, fino ad
affrontare la prova più difficile: scegliere da che parte stare mentre
la morte li minaccia a ogni passo.
In territorio nemico è una nuova
epica della Resistenza. Un’epopea corale resa possibile dal lavoro di
oltre cento scrittori e ispirata alle testimonianze di chi la guerra
l’ha vissuta e non ha cessato di raccontarla. Un romanzo vivo e toccante
che, tenendo ben presente l’eredità di Fenoglio, Malaparte e Calvino,
apre una rinnovata prospettiva sull’esperienza tragica e fondativa della
seconda guerra mondiale italiana"
Di seguito si riporta la recensione su Milano in Movimento: “Alba la presero in duemila il 10 Ottobre e la persero in duecento il 2 Novembre dell’anno 1944″. Così
Giuseppe Fenoglio, con la sua scrittura asciutta, ironica e priva di
retorica riassumeva in una frase l’epopea della liberazione dai fascisti
della città di Alba nel durissimo autunno del 1944.
A tanti anni di distanza appare finalmente in libreria un libro capace
di farci appassionare di nuovo alla Resistenza, proprio nel solco dei
Fenoglio, dei Pavese, dei Calvino e dei Pesce. Il titolo del romanzo edito dalla Minimum Fax è “In territorio nemico”. L’opera è frutto del lavoro di 115 autori che hanno utilizzato il metodo della scrittura industriale collettiva.
“In territorio nemico” inizia l’8 Settembre 1943, il giorno dell’armistizio con cui l’Italia si arrende agli Alleati. Quel giorno, il Re e Badoglio fuggono lasciando l’esercito senza ordini e lo Stato allo sfacelo. I
Tedeschi, inferociti dal voltafaccia italiano, occupano quasi tutto lo
stivale disarmando e deportanto centinaia di migliaia di soldati
lasciati allo sbando.
Le truppe italiane stanziate nei paesi occupati spesso, prendono le armi
contro gli ex-alleati. Così succede nelle isole greche (vedi la strage
di Cefalonia) ed in Yugoslvia dove migliaia di soldati italiani passano
nelle formazioni partigiane locali.
Il 12 Settembre 1943, Mussolini viene liberato e pochi giorni dopo,
fonda al Nord la Repubblica Sociale Italiana, crepuscolare stato
vassallo dei nazisti. In quei giorni, iniziano a costituirsi le prime
formazioni partigiane che daranno vita alla lotta di liberazione.
Piccoli nuclei di uomini liberi che, via via, si ingrosseranno dando
filo da torcere alle truppe d’occupazione naziste ed alle formazioni
fasciste appositamente costituite per condurre la feroce repressione
anti-partigiana.
Del 19 Settembre è l’eccidio di Boves, uno dei primissimi episodi di
rappresaglia e strage perpetrati dai nazisti contro i civili in risposta
alle azioni dei partigiani. I morti sono 59.
Nel giro dei due anni
successivi i massacri saranno centinaia: Fosse Ardeatine, Marzabotto,
Sant’Anna di Stazzema, Piazzale Loreto, Benedicta, Montefiorino, ghetto
di Roma e l’elenco potrebbe andare avanti all’infinito. Nel Settembre del ’43, con il collasso dello Stato, ogni uomo può scegliere per se stesso e decidere che fare e con chi stare.
Questo lo scenario storico che fa da sfondo al nostro romanzo ed alle gesta dei tre protagonisti: Matteo, Adele ed Aldo. Tra personaggi legati da rapporti di stretta parentela. Matteo,
ufficiale di Marina e disertore è fratello di Adele, giovane e bella
donna borghese, moglie di Aldo, promettente ingegnere aeronautico.
Matteo abbandonerà l’uniforme per risalire la penisola devastata dalla guerra nel tentativo di raggiungere Adele a Milano. Adele, abituata alla “vita agita” da borghese dovrà rimettersi in gioco
conoscendo prima il calore della comunità e della lotta operaia e poi,
l’esperienza durissima, eroica e disperata dei GAP a Milano.
Aldo,
nel tentativo di sfuggire all’arruolamento ed alla deportazione si
imboscherà in campagna scivolando velocemente nella follia. Notevole il racconto della risalita di Matteo, in compagnia di un
contrabbandiere, da Gaeta a Roma in uno scanario apocalittico fatto di
miseria e devastazione.
Da un lato gli eccidi perpetrati con ferocia dai Tedeschi. Dall’altro le stragi causate dai bombardamenti americani. Interessante anche la veloce politicizzazione dell’ex-ufficiale ed il suo passaggio alle formazioni partigiane. Altrettanto
bella la descrizione della comunità operai femminile di Milano e degli
scioperi del Marzo ’44 a cui Adele parteciperà.
Angoscianti invece sia la cruda descrizione della vita in clandestinità
dei partigiani dei GAP a Milano che quella del progressivo impazzimento
dell’imboscato Aldo travolto dalla sua stessa ignavia. Bello ed
azzeccato l’utilizzo del dialetto, capace di far emergere le mille anime
dell’Italia degli anni Quaranta passando dal napoletano al milanese.
Ed altrettanto ben riuscita la descrizione dei piccoli ed asciutti gesti
di solidarietà umana di cui sono capaci gli umili che punteggiano il
romanzo. Un’opera utile ed importante, dopo vent’anni di
revisionismo alla Pansa capace di pareggiare torti e ragioni e di
mettere tutti su un unico piano.
Coloro che combattevano per la libertà di tutti messi nello stesso
calderone con chi combatteve sotto i simboli dell’ordine nazista. Un
romanzo finalmente capace di mettere ognuno al posto che la storia gli
ha assegnato: partigiani, fascisti, nazisti e zona grigia dell’Italia
che sta sempre a guardare.
Amaro il finale. Ma forse è questo paese a prescrivere finali del genere. “…E
pensò a Nardo, che se ne andava in Spagna a metter bombe, e a Ignigo.
Se lo immaginò che tirava fuori una sigaretta già girata e gli sorrideva
beffardo, come a dire: ‘Ma che ti aspettavi?’…”.