Toscana, libri letteratura, Firenze,www.UnoNotizie.it - Pascoli e Tolkien, due autori
distanti per luoghi, tempi e cultura, uniti da un progetto comune:
riformulare la scrittura epica in chiave moderna a partire dalla lingua
antica. È questa l´ipotesi originale e affascinante espressa da
Simonetta Bartolini nel suo ultimo saggio, Il "fanciullino" nel bosco di Tolkien
(Polistampa, pp. 80, euro).
La studiosa, docente di Letteratura italiana e Letterature comparate all´Università Luspio di Roma, già collaboratrice di quotidiani ed emittenti televisive, offre una lettura inedita della poetica pascoliana attraverso il raffronto con quella del romanziere inglese.
Giovanni Pascoli (1855-1912) e John Ronald Reuel Tolkien (1892-1973). Da una parte il poeta italiano nella cui opera la lingua è eletta protagonista assoluta, autore di versi latini nonché del saggio sul Il Fanciullino (1903) che ci fornisce l´interpretazione del suo mondo letterario.
Dall´altra lo scrittore
inglese, creatore di alcuni dei più celebri e tradotti romanzi fantasy,
con una dichiarata passione per l´epica nordica e le leggende arcaiche,
anche lui autore di un testo di teoria della letteratura (On fairy-stories,
1939).
Le loro vite, pur distanti nel tempo e nella geografia, rivelano curiose analogie e comuni destini. Entrambi professori universitari e studiosi di lingue, specialmente antiche, condivisero alcune fondamentali letture, soprattutto di linguistica anglosassone.
Furono
tutti e due segnati da lutti in famiglia, che li precipitano in
condizioni economiche drammatiche, e condivisero incomprensioni e
fraintendimenti da parte della critica e del pubblico pur ottenendo
grande successo. Il testo di Simonetta Bartolini propone una lettura
comparata fra il Fanciullino pascoliano e il saggio sulle fiabe
di Tolkien, pur tenendo presente che tra le due opere corrono quasi
quarant´anni.
Il risultato è una nuova e inedita interpretazione della poesia pascoliana condotta sul filo della funzione e dell´essenza della fiaba come Tolkien l´ha teorizzata: non più racconto relegato nella "stanza dei bambini", ma struttura moderna, vera epica della contemporaneità da consegnare a un pubblico universale.
Gherardo Del Lungo
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