Puglia libri Lecce www.UnoNotizie.it - Si chiama
“INIQUOTOUR – perché un’altra Italia è possibile” la
tournée dello scrittore Giuseppe Cristaldi in Puglia dal 20 al 28
aprile 2013 con il suo nuovo lavoro edito da Lupo dal titolo
“Macelleria Equitalia”. Ecco le date degli appuntamenti: Il
20/04/2013 a BARI presso la Libreria Roma (Piazza Aldo Moro, 13
- Bari) alle ore 18.00 con Mingo (da "Striscia la notizia");
il 22/04/2013 alle ore 18,30 a FOGGIA alla Libreria Ubik
(Piazza Giordano, 75 - Foggia) dove presenterà il giornalista e
direttore artistico della Libreria Ubik, Michele Trecca, e
dialogheranno con l'autore la scrittrice Roberta Pilar Jarussi e lo
scrittore e ricercatore Giovanni Rinaldi.
Il 24/04/2013 a LECCE
all’Ammirato Culture House (Via di Pettorano, 3 - Lecce) alle ore
19.30 dove coordinerà gli interventi Stefano Donno, di
OverecoAgenzia, e dialogheranno con l’autore il Dott. Maurizio
Toraldo, la scrittrice Simona Cleopazzo, l'artista Paola Scialpi
(leggerà alcuni brani la poetessa Marta Toraldo); il 25/04/2013
Giuseppe Cristaldi, alle ore 16.00, sarà ospite di un
“dopopranzo d'autore” presso la MASSERIA STALI a CAPRARICA
e dopo, sempre il 25/04/2013 a LECCE Giuseppe
Cristaldi sarà ospite negli studi di Radio System Network alle ore
21.00 con interventi dei lettori in diretta su Facebook, sms,
twitter, whatsapp.
Il 26/04/2013 sarà a TAURISANO (LE) Casa
Vanini, Via Roma 44 alle ore 19.30 dove ci sarà l’introduzione di
Claudio Scordella - vice Sindaco e la presentazione sarà a cura del
prof. Luigi Guidano - insegnante di storia e italiano; il
27/04/2013 sarà a CASARANO (LE) alla Libreria Dante, Via Matino
10 alle ore 19.30 con Antonio Memmi, giornalista de IL GALLO; il
28/04/2013 Giuseppe Cristaldi sarà a RACALE (LE) all’Associazione
APE “Gabriele Toma”alle ore 18.30 in Piazza Beltrano.
"Recensire
un libro che parla di sofferenze umane è come scorticare con una
lama quella stessa ferita per farla sanguinare ancora, qualsiasi cosa
si vuol dire si cerca di farlo sommessamente per non urtare la
sensibilità di nessuno. Ecco sì, di sensibilità si tratta nel
libro Macelleria Equitalia (Lupo Editore), di un’acuta sensibilità
che hanno i protagonisti delle storie raccontate con acume
intellettuale da Giuseppe Cristaldi, ma di questa singolare
caratteristica umana non è certo provvista la spregiudicata macchina
esattoriale italiana chiamata “Equitalia”.
È un mostro
gigantesco, simile alle Arpie raccontate da Omero, Virgilio e Dante o
ai tanti mostri mitologici dalle sembianze umane e animali che
uccidono senza pietà.
È
l’incubo di moltissimi italiani del presente. E in queste pagine si
tocca con mano la realtà di gente povera, semplice, contadini,
imprenditori agricoli, operai che per non aver pagato le fatidiche
tasse si ritrovano con l’incombenza Equitalia e le visite di
ufficiali giudiziari che sembrano spregiudicati come racconta
Paolino, mentre in realtà eseguono solo il loro lavoro, una
professione come tante che a ben dire non devi possedere certo
sensibilità nè un briciolo di cuore altrimenti sei fregato,
altrimenti il lavoro non puoi eseguirlo, non puoi essere spietato
contro chi disarmato si presenta nudo davanti “senza arte né
parte”: nudo - disarmato.
Paolino, giovane protagonista di una
storia, cova rabbia parimenti determinazione per diventare un giorno
anche lui funzionario Equitalia e riscattare la povera madre che si
occupava di cucire le suole presso un calzaturificio salentino e il
padre che distrutto dal vino e dalla miseria trascinava ogni giorno a
stento il suo corpo.
Nel
silenzio di questa famiglia povera ma ricca di dignità e coraggio di
vivere si perpetua l’amore: un grande amore e riconoscenza che
Paolino ha nei riguardi della madre che vorrebbe un giorno far vivere
e non sopravvivere e attendere magari il proprio turno per diventare
carne da macello.
È un
libro straordinariamente reale questo Macelleria Equitalia (Lupo
Editore): una metafora e un accostamento quasi simbiotico che
identifica la drammatica quotidianità che vive moltissima gente
attualmente in Italia.
Un’Italia
misera sotto ogni punto di vista. È acuto il linguaggio utilizzato
dall’autore per raccontare storie che ci appartengono, insomma
chiunque prima o poi si imbatte in Equitalia, basta non pagare una
tassa. È certo che le tasse è dovere di tutti i cittadini pagarle
per fare andare avanti la macchina dello Stato, questo Stato però
che siamo noi stessi, non dimentichiamolo, membra di un corpo che
spesso tradisce e non perdona.
È un libro di denuncia, come anche di
testimonianza, è un libro che racconta le vite di gente sola e
dimenticata e quindi vuole essere anche un modo generoso per dare
voce a chi voce non ha.
Macelleria
Equitalia (Lupo Editore) di Giuseppe Cristaldi lascia il segno, come
un solco percorso dal letto del fiume. Così il figlio alla madre
dice: «Ascolta, mamma mia beddra, ci sono cose che uno vive mentre
un fiume lo passa dal buco del culo al cuore.
Fiume e ommini sono due
cose diverse: ci sono volte in cui lu fiume cangia ma l’uomo no. Se
pure un fiume decidesse di cambiare il corso, di scorrere da un’altra
parte, tralasciando ‘u bucu t’u culu e lu core, l’uomo non
cambierebbe una minchia, si comporterebbe come se quel fiume lo
avesse dentro. Mi capisci, ma’? Ci sono cose che segnano. L’acqua
si asciuga, ma il segno rimane». (pp. 116-117).
Cosa
si può dire di fronte a questa lezione di vita?
Nessuna
parola sublime, eufemismo, enjambement, raffinatezza
letteraria avrebbe senso e potrebbe parlare al lettore meglio della
saggezza popolare. Quella sana saggezza che forse soltanto Aristotele
conosce bene, una virtù che sembra appartenere ai nostri avi che
hanno vissuto lasciandoci un’eredità abbondante con sacrifici
anche umani e noi ahimè la stiamo sperperando.
Poco è rimasto di
una saggezza che insegna se pur purtroppo nel dolore, perchè è
quando c’è il bisogno e si conosce la sofferenza - come dice anche
il protagonista di un racconto del libro - che si aguzza l’ingegno
e si impara a vivere.
Leggere Macelleria Equitalia è necessario,
perchè fa rivivere quei diritti e valori che appartengono ad ogni
essere umano, ma che cadono nel dimenticatoio della macchina
maledetta della burocrazia, della finanza e delle banche che uccidono
come carne da macello e dove dignità e lavoro - chiaramente scritti
nella Dichiarazione Universale dei diritti dell’Uomo e nella cara
Costituzione italiana - non esistono più e restano voci mute o
peggio azzittite.
Alessandra
Peluso