Lo stato dei parchi naturali italiani, indagine Wwf, ultime notizie Roma -
A vent’anni dalla legge quadro sui parchi, la 394/91, varata dopo un faticosissimo iter legislativo durato quasi 70 anni, il WWF celebra l’anniversario con un’indagine demoscopica commissionata a ISPO Ricerche, che ha sondato la percezioni che gli italiani hanno delle aree naturali protette, un patrimonio inestimabile sul piano naturalistico, che riesce ad oggi a tutelare il 10,42% del territorio nazionale e ha ottenuto nel corso degli anni, notevoli successi sul piano della conservazione della natura, salvaguardando dall’estinzione specie come il camoscio d’Abruzzo, il lupo, l’orso bruno e il pino loricato.

Emerge dall’indagine un quadro confortante, poiché parchi nazionali, riserve regionali, aree marine, Oasi WWF e aree Natura 2000 sono conosciuti da oltre due terzi della popolazione (67%) , con un picco (73%) per i parchi nazionali. Buona parte degli intervistati (44%, in prevalenza uomini e persone con un alto grado di istruzione, tra i 25 e i 34 anni) ha dichiarato di averne visitata almeno una. La maggioranza della popolazione è consapevole che gli scopi principali delle aree protette sono la conservazione e la valorizzazione del patrimonio naturale (60%) e l'educazione e la sensibilizzazione dei cittadini verso i temi ambientali (20%).

La quasi totalità degli intervistati (oltre il 90%) riconosce l’importanza delle aree protette per l’uomo e l’economia, in particolare per il benessere delle persone e delle generazioni future (47% molto d'accordo, 48% abbastanza), per la capacità di sensibilizzare i cittadini sulle tematiche ambientali (43% molto d'accordo, 49% abbastanza), per la sicurezza dell’essere umano, intesa come protezione da eventi naturali estremi o dal dissesto idrogeologico (42% molto d'accordo, 47% abbastanza). Secondo gran parte degli intervistati (93%) lo Stato dovrebbe aumentare gli investimenti nelle aree protette naturali o comunque evitare i tagli, mentre appena il 2% ritiene che debbano essere ridotti.

Circa la metà del campione (50%) si dice disponibile a contribuire in qualche misura ai finanziamenti alle aree protette (sono soprattutto i visitatori residenti nel Nord Italia, tra i 45 e i 54 anni). L’indagine non fa emergere un tema prioritario su cui dovrebbe concentrarsi l’azione del Ministero dell'Ambiente anche se sono al centro dell’attenzione il controllo della gestione e dello smaltimento dei rifiuti (22%), la protezione del suolo dai rischi di dissesto idrogeologico (19%) e l'educazione ambientale dei cittadini (18%). Minore importanza viene dat a temi come la gestione e lo sviluppo delle aree naturali (10%) e la conservazione della biodiversità (6%).

Per Stefano Leoni, presidente di WWF Italia, gli italiani hanno dimostrato che “le aree naturali protette sono una presenza viva nel tessuto del nostro Paese, di cui viene compreso l’inestimabile valore per sensibilizzare ed educare i cittadini alle tematiche ambientali ma anche per garantire la loro sicurezza, quale presidio qualificato per contrastare il dissesto del territorio. Quello delle aree protette è un patrimonio naturale, tutelato e vitale, che contribuisce al benessere di tutti/e e alla ricchezza del Paese”.

Con il dossier “L’Italia dei Parchi”, il WWF racconta la storia di un faticoso processo che tra grandi successi e gravissime difficoltà, oltre all’istituzione della legge quadro, può vantare ad oggi 871 aree naturali protette sul territorio italiano, tra cui 23 parchi nazionali, 27 aree marine protette e 670 tra riserve, parchi e aree protette regionali e oltre 130 oasi del WWF, per un totale di 3.163.591 di ettari di superficie protetta. L’Italia ha vinto la sfida quantitativa con oltre il 10% del territorio protetto da parchi e riserve, anche se la sfida dei prossimi anni è la qualità della gestione, perché le aree naturali siano realmente efficaci per la conservazione della biodiversità e per il mantenimento dei servizi che la natura fornisce per il benessere umano e la nostra economia.

Nonostante i gravi problemi e tagli ai finanziamenti che mettono a rischio la sopravvivenza stessa di alcune aree, il nostro Paese è riuscito negli scorsi anni ad assicurare la protezione di quasi tutti gli ambienti naturali e i beni paesaggistici più importanti d’Italia, dalle Dolomiti all’Etna, dall’Arcipelago Toscano al Gargano, dal Delta Padano alla Sila. L'indagine demoscopica, realizzata da ISPO Ricerche per il WWF Italia, ha coinvolto attraverso il metodo delle interviste telefoniche, un ampio campione di 800 individui, rappresentativo della popolazione italiana maggiorenne, stratificato per quote di genere, età, titolo di studio, condizione professionale, macroarea geografica e ampiezza del comune di residenza.

Simone Casavecchia

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