COMMISSARIAMENTO SUI RIFIUTI NEL LAZIO, l'inutile commissario per la discarica di Malagrotta. Ultime notizie Roma - “Per chiudere Malagrotta non
si può aprire una nuova Malagrotta. Non è uno scioglilingua, ma
semplicemente il fallimento decretato del nuovo commissariamento sui
rifiuti nel Lazio. Il rimpallo al Prefetto Pecoraro delle
responsabilità del Sindaco Alemanno e della Presidente Polverini non
può funzionare, la scelta d'imperio di un nuovo sito, senza
l'assunzione contestuale di un nuovo modello per la gestione dei
rifiuti della Capitale, ci porterà diritti sullo stesso percorso di
Napoli, con barricate, proroghe e rifiuti per strada. ”- così
Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio,ha commentato
il commissariamento della discarica di
Malagrottanell'articolopubblicato oggi nella rubrica
RomaItaliadiAffaritaliani.it.
Per chiudere
Malagrotta bisognerebbe avere il coraggio di mettere in atto l'esatto
contrario di un commissariamento, con il massimo coinvolgimento degli
enti locali, dei cittadini, delle parti sociali, degli stessi privati
e di tutti gli attori del settore, con strategie, azioni attuabili in
tempi definiti e finanziamenti su riduzione, riuso e differenziata.
Si dovrebbe accelerare sull'impiantistica per la differenziata e il
trattamento dei rifiuti, le isole ecologiche per il riuso, attivando
poi fino in fondo il ciclo industriale per il riciclaggio.
Il
nuovo commissariamento, limitato nei poteri alla chiusura di
Malagrotta con l'individuazione di un nuovo sito, sarà in questo
senso una inutile iattura, peggiore dei dieci anni passati, quando
nella Regione Lazio, come in tante altre inutilmente commissariate,
si sono visti solo allargamenti di tutte le discariche.
Certo
sulla scacchiera ci sono tanti pezzi disarticolati, che se non
governati non possono produrre che il caos: la nuova procedura
d'infrazione su Malagrotta, ennesimo schiaffo alla gestione dei
rifiuti nel Lazio, le continue proroghe della Regione che dovrebbero
chiudersi tra cinque mesi, i continui ricorsi di chi gestisce la
discarica. Sui rifiuti manca una politica pubblica seria e rigorosa,
non si possono rincorrere le esigenze dei privati ma nemmeno
sopportare le inefficienze delle aziende pubbliche, al settore
servono decisioni e certezze.
È chiaro che Il problema è
Roma: il Sindaco Alemanno ha completamente abdicato al suo ruolo e ha
lasciato programmare tutto all'AMA, con scelte manageriali assunte in
splendida solitudine senza che da anni ci sia nemmeno un contratto di
servizio approvato dal Consiglio cominale.Alemanno e il nuovo
management di AMA hanno bloccato il già lento percorso ben avviato
sul porta a porta, che fa toccare ogni giorno il 65% di differenziata
nei quartieri romani coinvolti, dimostrando che basterebbe estendere
questo modello per avere ottimi risultati. I metodi inefficaci
attuati come il sistema misto cassonetto/postazioni mobili hanno,
invece, danneggiato la raccolta differenziata, fatto infuriare i
cittadini e ridotto la loro disponibilità a collaborare, aumentato
in modo clamoroso la tariffa, passata da 500 a 630 milioni l'anno,
più il recupero IVA che il Sindaco aveva promesso non avrebbe
gravato sulle tasche dei cittadini. Scelte assurde, che portano ora
la Capitale, sull'orlo del baratro, a chiedere una proroga al
Ministero per la differenziata che serve solo a spostare gli
obiettivi di legge al 2013 e al 2018.
Un contesto nel quale
sono lampanti le scelte manageriali sbagliate di AMA, dove il nuovo
CdA ha avuto molto tempo per dimostrare capacità e risultati, che
non si vedono, e deve quindi lasciare senza che il Comune comunque lo
riconfermi, per definire un nuovo management che comprenda le
necessità di questa fase.
Serve un nuovo ciclo virtuoso,
un nuovo modello di gestione dei rifiuti della Capitale, fondato su
riduzione e riuso dei rifiuti e che veda crescere la differenziata in
modo esponenziale passando al porta a porta. Sarebbe utile discutere
di obiettivi, tempi e modalità piuttosto che perdere altro tempo con
un pericoloso commissariamento. Queste sono domande ineludibili, a
nostro avviso, non è rincorrendo le possibili localizzazioni di
discariche o inceneritori a Fiumicino, Fiano, Riano o Malagrotta che
si eviterà l'emergenza, servono piuttosto progetti e interventi
quartiere per quartiere, coinvolgendo i cittadini in una bella sfida
di civiltà e modernità. ”
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