RIGASSIFICATORE API DI FALCONARA, ANCONA. Comitato cittadini attacca Regione Marche: ''autorizzazione a rigassificatore scelta scriteriata''. Ultime notizie - La decisione di autorizzare il
rigassificatore di API Nòva Energia è stata una decisione da
“monarchia costituzionale”, voluta ad ogni costo dal Presidente
Spacca, diretta dalle segreterie di partito e ratificata da una
maggioranza trasversale del Consiglio Regionale priva di autonomia di
giudizio e che ha mostrato conoscenze molto approssimative della
problematica.
Quello che si è consumato in Regione
ha posto un serio problema di come funziona la democrazia il quale,
conseguentemente, ha condizionato il se,
il come e il
dove realizzare il rigassificatore.
Avere
trascinato il progetto del rigassificatore come fatto esclusivo tra i
tecnici di API Nòva Energia e i tecnici della Regione Marche, l’aver
chiuso ogni possibilità di reale partecipazione del territorio – i
16 Sindaci e la Provincia, le categorie del turismo e della pesca, i
cittadini – ha trascinato indietro di decenni la
democrazia.
Questa regressione non ha permesso
l’elaborazione di una ulteriore proposta, dopo la bocciatura di
quella innovativa di Sunesis Ambiente che il movimento NO
rigassificatori aveva proposto alle rappresentanze sindacali.
Ferma
restando la nostra contrarietà al rigassificatore per la
logica commerciale/speculativa nonché per i rischi tecnologici e
ambientali, all’interno della volontà inamovibile di realizzazione
della Regione Marche c’era margine per proporre e fare qualcosa
almeno di meno rischioso e che aprisse ad un futuro rinnovabile, un
qualcosa che fa parte dei doveri verso i cittadini di una
Amministrazione pubblica:
1)
portare il rigassificatore ad oltre 50 km dalla costa, avvicinandosi
un po’ ai parametri di sicurezza adottati negli Stati
Uniti;
2) far lavorare
l’impianto di rigassificazione solo a ciclo chiuso, cioè senza
utilizzo dell’acqua di mare e, dunque, ovviando al problema della
sua sterilizzazione. Rigassificare a ciclo chiuso producendo il
calore necessario con bruciatori a basse emissioni individuati dalle
normative sulle Migliori Tecniche Disponibili dell’U.E.;
3)
rinunciare a costruire le megacentrali termoelettriche nelle Marche
(API Falconara ed Edison Corinaldo) ma usare quel metano per
alimentare piccole centrali a cogenerazione laddove servissero
(distretti industriali deficitari) in base ad una valutazione
condivisa tra Territori – Regione Marche – Aziende dei distretti.
Piccole centrali costruite e gestite dalle Imprese del posto insieme
ad API Energia, con fornitura del metano a costi concorrenziali
rispetto agli attuali.
4)
Attuare il Piano Energetico Ambientale Regionale in stretta sinergia
con le Aziende marchigiane che operano nei settori energetici in modo
da passare - entro il 2020 - dalla attuale quota del 7,1% al 30,4% di
fonti rinnovabili sia per produzione elettrica sia per la produzione
termica (calore – freddo)! Soltanto per l’elettricità
significherebbero 2.600 GWh da Fonti Energetiche Rinnovabili, cioè
il 76% dell’elettricità che l’API vorrebbe produrre con la
centrale termoelettrica da 520MWe.
L’obiettivo del
30,4% da fonti rinnovabili – il cosiddetto burden sharing
sanzionabile dalla UE qualora non fosse raggiunto – è quella
ripartizione obbligatoria regionale dettata dalla UE e che il Governo
centrale ritarda da oltre 2 anni bloccando, di fatto, la creazione
di migliaia di posti di lavoro in Italia.
Ritardo che
sta penalizzando anche la crescita economica e l’occupazione nelle
Marche trascinandoci verso sanzioni che pagheremo come
cittadini!
Ritardo che il Presidente
Spacca avrebbe dovuto contestare al Ministero dello Sviluppo
Economico dato che la Regione Marche - con il PEAR - già possiede lo
strumento per recepire il burden
sharing!
Ma
il Presidente Spacca invece di trovare la migliore mediazione per le
Marche intere e per creare occupazione, non ha trovato di meglio che
chiedere al Ministero “quanti rigassificatori sarebbero
necessari in Adriatico”, accettando così la soluzione
conveniente solo per i Brachetti Peretti!
Soluzione appiattita
sulle miserevoli considerazioni energetiche di un Governo centrale
palesemente ostile nei confronti delle fonti energetiche rinnovabili
(FER), tanto da aver tentato il ritorno al nucleare!
Loris
Calcina
gruppo di lavoro energia ambiente della Lista
Cittadini in Comune – Falconara M.ma