Ultime news Italia, Ambiente & Salute. Acqua potabile e arsenico: non solo cancro - L’Agenzia internazionale di ricerca sul cancro (I.A.R.C.) classifica l’Arsenico come elemento cancerogeno certo di classe 1 e lo pone in diretta correlazione con molte patologie oncologiche e in particolare con il tumore del polmone, della vescica, del rene e della cute.
L’esposizione ad Arsenico attraverso l’acqua destinata a consumo umano è stata associata anche a cancro del fegato e del colon.
L’assunzione cronica di Arsenico è indicata inoltre da numerosissimi studi scientifici anche quale responsabile di patologie cardiovascolari, neurologiche e neurocomportamentali; diabete di tipo 2; lesioni cutanee, disturbi respiratori; disturbi della sfera riproduttiva e malattie ematologiche.
Il Decreto legislativo n. 31 del 2 febbraio 2001, modificato e integrato con successivo D.Lgs. 27/02, che disciplina la qualità delle acque potabili destinate al consumo umano garantendone la salubrità e la pulizia, in recepimento della Direttiva europea 98/83/CE, dal dicembre 2003, ha abbassato il limite previsto per l’Arsenico nelle acque potabili da 50 a 10 μg/l (microgrammi/litro), proprio in considerazione della sua cancerogenicità e dell’evidente rischio per la salute umana.
L’Italia per le Regioni interessate da questa problematica ambientale, fin dal 2003 ha continuamente fatto ricorso all’istituto della deroga, che ha innalzato il limite previsto dal D. Lgs. 31/2001 da 10 a 50 microgrammi/litro per l’Arsenico ( ma anche i limiti per altri elementi quali: il Fluoro, il Vanadio, il Selenio) e di fatto ha reso potabili per deroga acque che in realtà non lo sono. I periodi di deroga come disposto dal succitato decreto legislativo avrebbero dovuto però avere la durata più breve possibile, comunque non superiore ad un periodo di tre anni e nei quali si sarebbero dovuti presentare ed attuare piani di rientro mediante idonee tecnologie di trattamento delle acque captate e/o attraverso l’individuazione di nuove risorse idriche sostitutive, in modo da assicurare acque salubri e pulite alle popolazioni.
La Commissione Europea il 28 ottobre 2010 con il documento n. C(2010)7605 ha risposto negativamente alla richiesta di un ulteriore deroga da parte dell’Italia.
L’Associazione italiana medici per l’ambiente (International Society of Doctors for the Environment - Italia)-Isde, nel giudicare estremamente grave e dannoso per salute pubblica qualsiasi ulteriore richiesta di deroga a quanto prescritto dal D. Lgs. 31/2001 e disposto dall’Unione europea, chiede alle competenti Istituzioni che:
a) si faccia divieto di uso per consumo umano di acqua contenente arsenico e si provveda laddove occorra a forme alternative di approvvigionamento di acqua potabile per la popolazione;
b) si informi correttamente la popolazione in merito;
c) si adottino immediatamente tutti i provvedimenti necessari a dearsenificare l'acqua destinata a consumo umano.