"Stando ai numeri, il T.Fabbri diverrebbe il terzo o il quarto aeroporto nazionale per movimenti aeromobili/passeggeri (300 movimenti al giorno e 10 mln passeggeri in transito circa, in base ai dati annunciati), un traffico incompatibile anche con le attività dell’Aves."
"Occorre entrare necessariamente nel vivo della questione “costruzione dell’Aeroporto” sulla quale non esiste alcun documento di contenuto scientifico. Neanche ENAC, allorquando ha prodotto il suo elaborato sulla localizzazione, ha seguito criteri adottati, in questi frangenti, dai Paesi Europei ed extra Europei maggiormente evoluti in campo aeronautico."
Caro Direttore,
ringrazio a nome del centro studi che ho il piacere di coordinare, per la possibilità data alla nostra organizzazione di esprimere un punto di vista tecnico su alcuni dei tanti quesiti che ruotano attorno all’acceso e confuso dibattito politico vertente sulla eventualità di localizzare a Viterbo un aeroporto di almeno 8 milioni passeggeri l’anno (parole del Presidente Marrazzo intervistato ieri durante il trasporto della macchina di Santa Rosa).
Quindi – smentendo le parole rassicuranti dell’assessore al volo che qualche tempo fa proferiva relativamente al fatto che nessuno avrebbe mai optato per il mega aeroporto – con questi numeri di partenza (ma a regime, considerati gli anni per realizzarlo, da incrementare del circa il 40%) il T.Fabbri diverrebbe il terzo o il quarto aeroporto nazionale per movimenti aeromobili/passeggeri (300 movimenti al giorno e 10 mln passeggeri in transito circa, in base ai dati annunciati).
“L’ignoranza è l’origine di tutti i mali”, questo è quel che diceva un antico saggio greco.
E l’ignoranza si nutre e cresce nel caos, per sfociare talvolta in forme di aggressività nel voler imporre dall’alto verso il basso – costi quel che costi per la collettività - progetti improbabili. In questi ultimi tempi, si sono succeduti numerosi autorevoli interventi sul tema “Aeroporto di Viterbo”. La maggior parte di essi di taglio squisitamente politico. Taluni hanno evidenziato problemi e perplessità, ma molti altri hanno palesato ottimismo ad oltranza.
Ma ora che le perplessità sono state manifestate da eminenti personalità del Governo in carica occorre entrare necessariamente nel vivo della questione “costruzione dell’Aeroporto” sulla quale non esiste alcun documento di contenuto scientifico.
Neanche ENAC, allorquando ha prodotto il suo elaborato sulla localizzazione, ha seguito criteri adottati, in questi frangenti, dai Paesi Europei ed extra Europei maggiormente evoluti in campo aeronautico.
Abbiamo cercato inutilmente di arginare una ridda disordinata di considerazioni pseudo-aeronautiche fondate su una raffica di dati concernenti realtà aeroportuali di altri Paesi che nulla hanno a che fare con l’ipotesi della così detta “delocalizzazione” dell’aeroporto nazionale di Roma Ciampino a Viterbo (per avere conferma di ciò basta consultare il nostro sito in allestimento http://www.csaeroportotuscia.it/ dove è possibile già scaricare i comunicati stampa del centro studi).
Abbiamo preso atto di grossolane quantificazioni dei tempi di percorrenza (ferro-gomma) tra Viterbo e Roma, fatte da esponenti politici locali e smentite da molti pendolari.
Una baraonda di ipotesi comunque che non aiuta il cittadino a capire.
Il “Centro Studi Tuscia per un aeroporto compatibile” ritiene viceversa che il miglior modo per risolvere le diatribe che infuocano in questi giorni i vari quotidiani, sia quello di fornire gli strumenti necessari a tutti, per poter giudicare col proprio cervello un’opera che in ogni caso creerà un grande impatto sul vivere quotidiano.
Se per un verso la localizzazione in Tuscia di una grande infrastruttura aeroportuale é indubbio che apporterà ampi indotti economici al territorio, volàno non solo per l’economia ma anche per lo sviluppo delle comunicazione e della cultura. Per l’altro verso, come ogni altra imponente opera pubblica essa si presta a produrre un impatto negativo sul piano ambientale e della sostenibilità territoriale anche in termini di sicurezza.
Il Centro Studi è quindi impegnato nel produrre quanto prima una pubblicazione che avrà lo scopo di fornire ad autorità governative, istituzioni ed amministratori locali dati di carattere scientifico ed indicatori che consentano di individuare eventuali problematiche sul territorio e fornire per esse delle soluzioni efficienti, senza entrare in sfere soggettive e cercando di allargare gli orizzonti di chi sarà deputato ad effettuare delle scelte definitive di localizzazione nell’ambito della Provincia di Viterbo.
Il Centro Studi Tuscia ritiene poter affermare che la società, se munita dei giusti strumenti conoscitivi, possa “guidare” le decisioni più importanti dal basso (BottomUp) seguendo una conoscenza comune e condivisa e auspica che questo tipo di “metodologia” possa essere applicata almeno per le grandi opere.
Fatta questa necessaria premessa e nel rimandare alla più ampia disamina di sitizzazione aeroportuale di imminente pubblicazione risposte maggiormente articolate, sulla base di dati – ancora in fase di acquisizione – il Centro Studi relativamente al tuo quesito su di una eventuale compatibilità dell’Aves con un aeroporto da 8-10 milioni di passeggeri e di circa 300 movimenti aerei al giorno non può che ragionevolmente rispondere della impossibilità assoluta di detta convivenza. Infatti elementari ragioni, in primis, di sicurezza del volo, rendono impensabile che un’attività operativa e di scuola possa continuare con movimenti di aeromobili commerciali carichi di passeggeri cadenzati di circa 5 minuti l’uno dall’altro. Mentre detta attività militare potrebbe correttamente continuare a svolgersi (come ad esempio per Rimini che ospita 25 voli al giorno per soddisfare le esigenze turistiche locali) qualora i movimenti del traffico commerciale fossero sotto la soglia dei 15-30 al giorno e diluiti nell’arco della giornata.
Evidentemente se si insistesse sul voler localizzare in ambito T.Fabbri il traffico di Ciampino – dovendo tra l’altro orientare in modo del tutto diverso una pista di idonee dimensioni e quindi dismettendo l’attuale di 1500 metri che è stata realizzata con fondi della Difesa, lo spostamento dell’Aves da Viterbo – come già fatto presente in un precedente comunicato – comporterebbe in termini di tecnologie, infrastrutture e uomini impegni di spesa sicuramente non inferiori ad alcune centinaia di milioni di Euro.
Riteniamo che su questi due quesiti l’unica Autorità in grado di smentire le nostre affermazioni sia quella militare.
Rimandiamo la risposta delle alternative economicamente, funzionalmente ed ambientalmente più vantaggiose non solo per la Tuscia ed i suoi abitanti ma anche per il perseguimento di una politica dei trasporti maggiormente rispondente alle nuove esigenze di mercato alla nostra pubblicazione sui processi di localizzazione aeroportuale in corso di pubblicazione.
Vive cordialità il coordinatore
Bruno Barra
presidente Centro Studi Tuscia per un aeroporto compatibile
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