Mi chiamo Eleonora Poleggi, sono la nipote di un grande uomo che si chamava Ezio.
Vi ricordate del Dott.Ezio Poleggi?
Ogni mattina alle ore otto in punto, per ben 40 anni, potevate scorgere la sua auto parcheggiata nel cortile dell’Ospedale di Tarquinia, lui era sempre lì, nel suo nosocomio, tra i suoi malati.
Quello era il suo posto, fra la gente che soffre, lì, tra i letti, la sala operatoria e le corsie c’era tutta la sua vita, tutto il suo mondo.
Giorno dopo giorno lottava contro la morte affrontandola con coraggio, determinazione, professionalità, signorilità ed umanità, allontanava la “nera Signora” con tutte le forze e tutti i mezzi a disposizione, perché la vita è un dono di Dio e vale sempre la pena combattere per lei.
Per il Dott.Ezio non esistevano cartellini da timbrare, moduli legislativi o pause millenarie al bar a bivaccare; esisteva solo l’Uomo, l’Uomo sofferente, l’Uomo da salvare, l’Uomo che doveva tornare al suo mondo, fra la sua gente, nella sua casa, dai suoi bambini, al suo lavoro, l’Uomo che doveva tornare a sorridere, perché era sempre troppo presto concludere il viaggio della vita.
Mio nonno è stato un Eroe, perché ha sempre fatto ciò che era necessario fare, affrontandone sempre tutte le conseguenze.
Parlare del Dott.Poleggi non è impresa facile, non basterebbe un intero quotidiano, però, attraverso un quotidiano posso giungere alla coscienza comune delle persone e soprattutto alla “classe” politica.
Tra poco ricorreranno otto anni dalla natural dipartita di mio nonno ed in otto anni di tutto quello che ci era stato proposto e non certo richiesto, io e la mia famiglia non abbiamo visto nulla da parte di chi sicuramente può mantenere la parola data (l’incognita è sapere se vuole mantenerla).
Ci era stato promesso e garantito un elogio a dovere per il grande chirurgo, un busto commemorativo ed una piazza in suo nome.
Diplomatici arringatori, avete assegnato nome di vie, dedicato palazzetti, palestre e scuole ai più variegati personaggi della nostra città, com’è possibile che non riusciate a dedicare nulla a chi in 40 anni di professione ha eseguito più di 40.000 interventi chirurgici anche di estrema difficoltà e tutti con esito positivo? E com’è possibile che non pensiate a chi ha usato stoicamente i raggi x compromettendosi per sempre pancreas e mani con conseguenze irreparabili e dolori atroci, ma futili se il suo operato era servito a far tornare il sorriso ai suoi tanto amati Pazienti?
Personalmente ho sempre stimato l’Essere umano, perché creatura unica e sublime dotata di intelletto e curiosità, bramosa verso le scoperte, le domande, desiderosa di risolvere problemi, concupiscente verso il sapere.
Amo la filosofia perché massima forma di rappresentazione del pensiero e dell’animo umano, mezzo attraverso il quale anche due antagonisti, con la forza del dialogo e della mente, possono essere in grado di raggiungere compromessi, scambi di idee, abbattere muri e pregiudizi, guardare oltre la famosa siepe leopardiana.
A volte, però, mi sembra così paradossale che un bene prezioso come l’intelletto non venga utilizzato per cause nobili e mi sembra inconcepibile dimenticare chi nella sua esistenza ha donato tutto se stesso, amando il prossimo sofferente più di ogni altra cosa al mondo, salvando tante, tante e ancora tante vite.
Sant’Agostino una volta disse:”La Speranza ha due bellissimi figli: lo Sdegno ed il Coraggio, Sdegno per le cose come sono e Coraggio per cambiarle!”
Eleonora Poleggi
- Uno Notizie Lazio - Tarquinia -