Lettera aperta al Sindaco di Tarquinia e al Presidente del Consiglio Comunale,
probabilmente chi ha deciso di convocare il Consiglio Comunale in prima convocazione il 13 agosto e in seconda convocazione il 16 agosto, un sabato a cavallo fra Ferragosto e la domenica successiva, ha pensato fosse un’idea geniale e una prova di forza. Si tratta invece di una prova di debolezza e nasconde la paura se non il terrore della presenza dei cittadini.
L’idea “geniale” che nella seduta del 16 agosto bastino 5 Consiglieri su 21 per approvare tutto, la dice lunga sul concetto di democrazia e di partecipazione.
Cari compagni, se ancora posso chiamarvi così, per cinque anni ci siamo battuti insieme contro le decisioni di Giulivi che convocava i Consigli comunali alle ore otto di mattina per impedire la presenza dei cittadini. Anche lui si giustificava dicendo che bisognava alzarsi presto per lavorare, così come oggi voi dite che bisogna lavorare anche a Ferragosto. Alzarsi presto e lavorare a Ferragosto non impedisce di programmare le sedute del Consiglio Comunale, cinque o sei all’anno, in orari e in date che favoriscano la partecipazione dei Cittadini. Altrimenti siete uguali, se non peggio, perché voi avete criticato questo sistema e ne avete fatto oggetto di campagna elettorale.
Secondo voi a Ferragosto il Consiglio dovrebbe decidere l’accordo con l’Enel, il Piano Regolatore che riguarda lo sviluppo e i vincoli futuri per i prossimi 50 anni e un nuovo regolamento del Consiglio Comunale che fissa le regole, appunto, del massimo consenso Cittadino. Il motivo è evidente: siccome nelle recenti sedute del Consiglio Comunale siete stati contestati dalla popolazione, basta impedirne la presenza per risolvere il  problema. Come chi ha la febbre e rompe il termometro. Dovreste invece domandarvi le ragione della contestazione dei Cittadini, i salti della quaglia sui rapporti con l’Enel e il tradimento verso gli elettori perché le contestazioni vengono da chi vi ha votato, facendovi vincere con 45 voti di scarto e percepiscono la svendita della loro salute agli interessi economici di una Società per Azioni.
Questa città, storicamente, non ha mai voluto subire ricatti da 700 anni fa fino ad oggi, da quando Federico II di Hohestaufen Imperatore di Germania, usò promesse e minacce per annettere a sé il territorio del libero Comune di Corneto. Promise onori e danari prima e poi minacciò di uccidere 32 prigionieri cornetani. Il Consiglio fu irremovibile e ancora oggi i 32 vengono ricordati come martiri della Montarana.
Pensate davvero che i soldi e l’appoggio politico dell’Enel siano sufficienti per farvi riconquistare il Comune alle prossime elezioni? E’ un errore gravissimo, oltre che una concezione cinica e aberrante della politica.
Nei 700 anni della sua storia non è mai accaduto che la sala del Consiglio Comunale divenisse inagibile per gli amministratori comunali, costretti oggi, invece a riunirsi alla chetichella e in stato di semi-clandestinità.
E’ su questo rapporto con i Cittadini che dovreste approfondire le riflessioni.
E’ per me, infine, impensabile che un giovane che dovrebbe avere una concezione etica della politica, come il Presidente del Consiglio Comunale si presti a questo uso spregiudicato e sprezzante del potere ed abbia già oggi una concezione degenerata della politica che nega ogni funzione alla partecipazione democratica.
Ripensateci, siete ancora in tempo.

Luigi Daga