Mi rivolgo alle donne e agli uomini che hanno riempito  piazza del Popolo, 300.000 in un solo giorno, per la Libertà di Espressione, il 3 ottobre.
Mi rivolgo alle donne e agli uomini che hanno caminato in 30.000 a Roma il 10 ottobre, contro l’omofobia.
Mi rivolgo a quelle migliaia di fedeli che riempiono Piazza San Pietro tutte le domeniche, a Roma, e le  chiese in Italia. Mi rivolgo alle donne e agli uomini   della Sinistra governativa che hanno  dato milioni di voti per la Democrazia.
Mi rivolgo al mondo studentesco tutto, che continua ad essere sfruttato e offeso come il bene più prezioso che è la Cultura.
Mi rivolgo alle donne e agli uomini che chiedono aiuto a braccia straniere per portare avanti la loro  esistenza.
Mi rivolgo a chi và ai funerali per piangere i suoi e altrui morti.
Mi rivolgo a chi corre negli stadi, per una partita, un concerto, in  migliaia e pagando per lo Spettacolo.
Mi rivolgo a chi ama la Libertà, non quantificabile e non commerciabile.
Mi rivolgo alle persone confinate e senza confine, di tutte le fedi , a quelle che non credono in  niente, di venire  a Roma, riempire la piazza e le strade
per gridare  che l’Italia è contro il razzismo il fascismo e la guerra, non ha paura, lotta e difende il diritto di esistenza di chiunque, per una dignità comune che ci siamo fatti strappare, giorno per giorno, identificando chi dissente, chi non è nato nel nostro Paese, chi ci viene ed è respinto, chi è accolto solo nelle carceri, chi è abbandonato qualunque sia il sesso l’età e la provenienza, alla violenza, reale e legale.

Dalla Sicilia, ”sono partiti in nove lo scorso 30 settembre da Palermo, due di loro sono stati piegati dalla stanchezza e dallo sforzo per il viaggio: una lunga marcia sino a Roma che si concluderà sabato 17 ottobre alla manifestazione in Piazza della Repubblica. In queste settimane, i nove marciatori della giusta speranza, due dei quali in sciopero della fame da alcuni giorni, stanno lentamente risalendo l’Italia per lanciare un grido d’allarme contro i fenomeni di xenofobia e razzismo che covano nel ventre molle delle nostre città. In ciascuna tappa del loro lento incedere, passando per Cosenza, Castelvortuno, Rosarno e Caserta, le associazioni antirazziste hanno organizzato incontri pubblici per dibattere sulla vera emergenza di questo paese, che certo non sono i vari “pacchi e pacchetti sicurezza”, bensì il proliferare di azioni di violenza razzista che hanno colpito le comunità migranti che vivono in Italia.
La marcia disperata di questi uomini, è la nostra marcia, la marcia di tutti coloro che combattono per vedere pienamente affermati i diritti dei cittadini stranieri, sistematicamente calpestati da istituzioni sorde e, spesso compiacenti nei confronti dei fenomeni d’intolleranza. La marcia disperata della giusta speranza si concluderà a Roma in occasione della manifestazione per i diritti dei lavoratori, in particolare degli immigrati. I marciatori, al termine della loro fatica, incontreranno le migliaia di persone che, ci auguriamo, saranno in piazza, da una parte, per dire un fermo no al razzismo, no ai respingimenti, dall’altra, per chiedere accoglienza e diritti per tutte e tutti”.

“Il 7 ottobre del 1989 centinaia di migliaia di persone scendevano in piazza a Roma per la prima grande manifestazione contro il razzismo. Il 24 agosto dello stesso anno a Villa Literno, in provincia di Caserta, era stato ucciso un rifugiato sudafricano, Jerry Essan Masslo”.
“Il nostro Paese ha gia’ vissuto la vergogna delle leggi razziali: non possiamo e non dobbiamo dimenticarlo”.
Non bastano le firme, i clic sul computer, non basta diffondere i comunicati, gli appelli: è necessario esserci, con il cuore la testa e le gambe. Tante e tanti, come un fiume incontenibile, che non può essere contato e ridotto in  cifre.
Sveglia Libera Stampa e Media italiani, quando volete, siete capaci di fare Miracoli di Comunicazione.
E sia chiaro, non è una passeggiata da ottobrata romana…Scrive oggi Gino Ancona: “E il Potere trionfa sulla solitudine umana e la sua idiozia“…
“E nun sai più  s’hai da ride o da tremà . Ma che razza de città? “  Roma!
Gira se la vuoi  girà, canta se la vuoi  cantà…

Doriana Goracci

- Uno Notizie Roma -
 

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