E’ brutto, nel mio lavoro, apprendere notizie e cominciare a lavorare partendo da una lettera anonima, ma è anche doloroso capire che fare giungere notizie in questo modo, è per la paura, in un periodo di grave crisi, di perdere il lavoro.
Questa cosa parte dal lontano giugno 2006, quando il Comune di Viterbo, dopo una gara di appalto per la piscina comunale, dette la concessione in gestione all’A.T.I MACO Società Sportiva dilettantistica s.r.l. e A.D.S. LARUS NUOTO, nelle persone di D’Ambrosio Cosimo (i dati che riporto sono stati recepiti dall’atto notarile Rep. N. 24470/119 tra il Comune di Viterbo rappresentato dal Dott. Rosario Terranova, il Dott. Manetti Giancarlo Maria dirigente del settore statistiche, Attività Produttive, Attività Culturali, Sport e tempo libero, Sviluppo ed interventi economici) e le citate società.
A parte le sfumature dell’inizio e del termini dei lavori, ampliamente sforati, con deroghe su deroghe, ciò che più mi interessa è l’Art. 10 del contratto dove alla voce ONERI RELATIVI AL PERSONALE recita: il Concessionario si assume ogni responsabilità in relazione a tutti gli adempimenti di legge in materia di retribuzione, di obblighi assicurativi, assistenziali, previdenziali ed antinfortunistici per tutto il personale dipendente... Il Concessionario dovrà comunicare l’elenco nominativo del personale che sarà impiegato nel servizio e le eventuali variazioni che si verificassero , con l’indicazione delle mansioni espletate e del tipo di rapporto contrattuale, dando assicurazione della regolarità dei singoli rapporti di lavoro e dei versamenti assicurativi e previdenziali (INPS, INAIL) mediante presentazione annuale di una certificazione liberatorio rilasciato dagli istituti previdenziali e assicurativi.
Questo preciso articolo, ritengo che presupponeva anche una serie di controlli da parte del Comune di Viterbo, qualora i citati rapporti non fossero stati presentati alle relative scadenze.
Ad oggi, dopo una lunga e scrupolosa ricerca, emergono i fatti reali: da novembre 2006 i dipendenti attuali e quelli che si sono alternati, non sono mai stati regolarizzati, nè con versamenti assicurativi nè con i versamenti previdenziali, sono in pratica lavoratori in nero, e pur facendone richiesta, mi è dato da sapere, che vengono zittiti con lo spettro del licenziamento.
Allora, prima di aprire un’azione legale, sempre che i dipendenti se la sentano poi di rimanere senza lavoro, vorrei rivolgere qualche domanda al Sindaco di Viterbo o agli assessori preposti:
Come mai questi controlli non sono mai stati effettuati?
Come mai, in assenza delle dichiarazioni previste, il Comune non è mai intervenuto?
Come mai nessun assessore con delega, o funzionario del Comune, si è preso la briga di controllare lo stato dell’arte?
Perché questi lavoratori sono stati abbandonati?
Chi si assume queste responsabilità?
Chi risarcirà i lavoratori di quanto hanno perduto?
Chi assicurerà loro che non verranno licenziati, magari il giorno dopo essere stati regolarizzati?
Ora aspetto le risposte, ma risposte serie, concrete e soddisfacenti, dopo di che voglio lanciare un messaggio a quei lavoratori e quelle lavoratrici: non lasciatevi intimorire, molte volte la giustizia trionfa e io cercherò di esservi vicina e di supporto.
Daniela Bizzarri
Consigliera di parità della Provincia di Viterbo
- Uno Notizie Viterbo -
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