Ricordando Enzo Tortora, un uomo solo fra troppi poteri: ora il Copasir indaghi sul ruolo dei servizi segreti che hanno avuto nella vicenda - A ventuno anni dalla morte di Enzo Tortora, ci sembra giusto ed opportuno ricordarlo ricostruendo la sua allucinante vicenda giudiziaria, che, anche a distanza di tanto tempo, resta una pagina davvero amara per la giustizia e per la democrazia italiana. Quattro anni di calvario, e poi la celebre sortita televisiva del rientro: «Dove eravamo rimasti?» si limitò a dire commosso alla prima puntata del nuovo Portobello. Ma non arriverà felice nemmeno al primo Natale dopo la fine dell'incubo: un tumore, certamente scatenato dall’assurda ingiustizia subita, lo divorò in pochi mesi, e il 18 maggio del 1988 ENZO TORTORA tolse il disturbo senza potersi dedicare alla causa della «giustizia giusta», che per lui era diventata qualcosa di più della sua stessa causa. A distanza di anni, è giusto che si possa finalmente comprendere in quale clima politico s'inscriva l'"affaire" Tortora.
Nella Democrazia Cristiana era al potere l'irpino Ciriaco De Mita, con il capo doroteo napoletano Antonio Gava determinante a sostenere la maggioranza di governo, in palese difficoltà per il «caso Cirillo». Brutte vicende di terrorismo, camorra e riscatti legate al rapimento di un ras politico locale di Gava, l'assessore regionale Ciro Cirillo. In questo contesto, «L'arresto di Tortora e contemporaneamente di altri presunti 855 camorristi prova che non è vero che in questo paese non cambia nulla, non è vero che le leggi o sono sbagliate o se sono giuste non vengono applicate, non è vero che esistono gli intoccabili» (così recita l’editoriale de “Il Giorno” a firma del direttore Zucconi.
Al giovane cronista di allora restano altri due confidenze da rivelare. Ed infatti la vicenda presenta degli aspetti oscuri, che oggi meritano di esser chiariti, per ridare piena dignità alla memoria del presentatore, ingiustamente infangata per meccanismi ai quali egli era totalmente estraneo.
E se è vero che tutta l’operazione può esser nata da un equivoco, da un nome scritto in maniera tale da poter esser interpretato come “Tortora” su di un’agendina di un camorrista arrestato nel corso di un’operazione in vasta scala contro la camorra a Lecce, è anche vero che ai margini della vicenda si muovono figure inquietanti, come quella di un non meglio identificato alto ufficiale dei Carabinieri che lasciò intendere di essere un pezzo grosso dei servizi segreti e propose a Tortora di fare qualche ammissione in cambio di impunità, o quella della madre del boss Turatelo, che forse per vendetta verso uno degli accusatori di Tortora, Pasquale Barra, detto “’o animale” proprio per aver barbaramente ucciso il boss Francis Turatelo ed infierito sul suo corpo.
Sono tanti, dunque, i misteri anche del caso Tortora che rimangono aperti: i testimoni ancora vivi potrebbero finalmente parlare. Perché un ministro volle passare l'informazione in modo che Tortora fosse avvertito il giorno prima? Magari per farlo scappare o spingerlo a qualche altro gesto inconsulto che sarebbe poi stato facilmente interpretabile come prova della colpevolezza? Perché i servizi segreti provarono a trattare? Che cosa è successo tra la camorra di Cutolo e il potere politico? E che ruolo svolsero i servizi segreti nel caso Cirillo? In quei decenni fitti di pagine inquietanti il quadro politico era dominato dalla Dc, che occupava i settori più delicati dello Stato, e i servizi segreti erano emanazione di un potere neanche tanto occulto, in mano alle varie correnti dello Scudocrociato.
OGGI, A TANTI ANNI DI DISTANZA, OCCORRE RIDARE DIGNITA’ ALLA PRINCIPALE VITTIMA DI QUESTA INCREDIBILE VICENDA, FACENDO CHIAREZZA IN MODO TOTALE SULLA VICENDA STESSA E RENDENDO EVIDENTE NON SOLO L’ASSOLUTA ESTRANEITA’ DI TORTORA, MA ANCHE I VERI MOTIVI DEL SUO COINVOLGIMENTO; OCCORRE RIDARE DIGNITA’ E CREDIBILITA’ ALLE ISTITUZIONI, CHIARENDO IL VERO RUOLO SVOLTO DAI SERVIZI SEGRETI E DIMOSTRANDO CHE SI TRATTO’ DI UN SEMPLICE EPISODIO, ESTRANEO ALLA VERA NATURA DEI SERVIZI E RIMASTO ISOLATO. E’ ORA CHE IL COPASIR FACCIA CHIAREZZA: lo deve alla memoria di Enzo Tortora ed ai cittadini italiani.
Giovanni D’AGATA
Componente dipartimento Tematico Nazionale
“Tutela dei Consumatori”
- Uno Notizie Puglia Lecce -
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