VITERBO (UnoNotizie.it)
Mi trovo spesso a camminare lungo via La Fontaine e Via San Pietro e non riesco ancora ad abituarmi alle auto che sfrecciano in questi vicoli. Il percorso da Via San Lorenzo a Porta San Pietro è al momento il tracciato cittadino di una gara automobilistica.
Camminando lungo queste strade si è spesso costretti a farmarsi e farsi da parte, spalle al muro, per lasciar scorrere un fiume di automobilisti, per lo più spericolati, che percorrono il tracciato a velocità sostenute. Molti i suv, amatissimi dai viterbesi, che lasciano al pedone pochissimi centimetri. Se poi si percorre questo tracciato tenendo un bimbo per mano, allora si è in preda al terrore. Sono un automobilista anch'io, ma al volante non mi dimentico di essere spesso anche un pedone, un ciclista, un attraversatore, un genitore, un figlio. Quando percorro questo tratto di strada non supero mai i 20Kmh, con la conseguenza di far spazientire chi ha la sfortuna di capitare dietro di me. Pochi giorni fa ho fatto personalmente presente la situazione al Sindaco Marini (che purtroppo non produce il prelibatissimo latte omonimo, ma sogna aeroporti). Mi ha risposto che a lui questa situazione "non risulta!"
Devo dire che tale risposta mi ha gettato in uno sconforto tale da rimanere senza parole. Secondo me ci sono varie possibili soluzioni: Soluzioni PRO sopravvivenza del pedone, della quiete e della tranquillità 1) le fastidiosissime cunette di rallentamento 2) la chiusura al traffico del centro Storico 3) rilevatori di velocità (autovelox) Soluzioni PRO miglior tempo tracciato montaggio di due paraboliche per evitare rallentamenti e perdite di secondi preziosi: La prima parabolica all'inizio di Via Card. La Fontaine (incrocio Via San Lorenzo) La seconda all'altezza della scuola su Via San Pietro incrocio Via San Pellegrino. Tali strutture potrebbero essere un richiamo per tutti i piloti della Provincia ed incrementare il turismo a Viterbo. Basta! con Terme, Etruschi, Ville Rinascimentali, Centri Storici Medievali, Musei, Faggete, Parchi Naturalistici, Laghi, produzioni vinicole, nocciole, olive, tradizioni, festivals, mostri, città che muoiono. Basta!
Qui ci vuole un bell'aeroporto moderno (via pure il Bagnaccio, tanto è un nome dispregiativo) e una città sempre più a misura di automobile. Ci prendiamo talmente tanta cura delle nostre auto che abbiamo verniciato a strisce blu quasi tutta la città, come piccole culle per far riposare le nostre amatissime auto. Ma dove sono le strisce per noi? per i nostri figli? per i nostri genitori e nonni? Dovremmo forse disegnarle sui muri, come sagome, per indicare dove poggiare le spalle per farsi piatti piatti e lasciar scorrere le auto sperando di non essere beccati in pieno viso dallo specchietto che su alcuni suv è pericolosamente all'altezza esatta della testa dei passanti. Civita di Bagnoregio sta rinascendo. La vera città che muore per ora è Viterbo.
lettera firmata
- Uno Notizie Viterbo -
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