ROMA(UnoNotizie.it) Per le imprese italiane, secondo le ultime notizie, l’alto costo del denaro non è un fenomeno legato soltanto alla crisi.
Secondo una rilevazione dell’Ufficio studi di Confartigianato, anche nel lungo periodo, addirittura da gennaio 2006, i tassi medi applicati dalle banche italiane sui prestiti alle imprese sono più elevati rispetto alla media dell'area Euro.
L’Ufficio studi di Confartigianato ha preso a riferimento i tassi relativi ai prestiti alle società non finanziarie applicati alle consistenze in essere (pubblicati sul Bollettino mensile della Banca Centrale Europea) ed ha calcolato il tasso medio ponderato con lo stock di prestiti per le diverse scadenze.
Risultato: tra gennaio 2006 e marzo 2009 i maggiori oneri finanziari pagati dal sistema delle imprese italiane rispetto ai competitor europei ammontano a 7.084 milioni di euro, pari ad un maggior onere di 2.180 milioni all'anno.
Secondo questa analisi, anche a marzo 2009 il tasso medio pagato dalle imprese italiane supera di 11 punti base (0,11%) il tasso medio pagato dalle imprese nell’area Euro. Questo divario si accentua, arrivando a 42 punti base (0,42%), per i prestiti fino ad 1 anno.
“Questa differenza nei tassi praticati sui prestiti alle imprese – sottolinea il segretario di Confartigianato imprese di Viterbo Andrea De Simone – è un indicatore dell’ancora troppo scarsa concorrenzialità del sistema bancario italiano. Proprio in questa difficile congiuntura, anche le banche dovrebbero trovare il coraggio di osare di più, come i nostri piccoli imprenditori sanno di dover comunque fare, contando soltanto sulle proprie forze per reagire alla crisi”.
Confartigianato aveva già rilevato che gli imprenditori italiani pagano un conto molto salato per la crisi del credito: è infatti di 13.837 milioni l’anno l’onere finanziario per le aziende derivante dal mancato adeguamento ai tassi di riferimento BCE dei tassi di mercato applicati dalle banche.
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