VITERBO (UnoNotizie.it)

Caro Direttore,
Scrivo a titolo personale – in qualità di cittadino – e non certamente nella veste di coordinatore del Centro Studi Tuscia S.T.A.S.A..
Non potrei.
Le osservazioni che seguono, in quanto ammantate da insopprimibili commenti satirici, non possono essere  appannaggio di un organismo che, forse qualche volta velleitariamente, ha la pretesa di rendere alla collettività un’informazione tecnico/scientifica, scevra da condizionamenti,  al solo scopo di capire e far capire.
Le ultime esternazioni della settimana appena trascorsa sono infatti preoccupanti relativamente alla tenuta psicologica di alcuni protagonisti della tormentata vicenda “ Viterbo airport 2044 ” ed occorre fare un notevole sforzo per interpretarle.
I fatti.
“Ryanair” osa pervicacemente  mettere in discussione – in linea peraltro con  aspetti che emergono a chiare note dall’indagine conoscitiva svolta dalla Commissione Trasporti della Camera sul sistema aeroportuale Italiano - (v. link) le concrete possibilità che nel sistema aeroportuale Regione Lazio possano convivere, contemporaneamente alla previsione di potenziamento dell’hub di Fiumicino (da miliardi di Euro), un aeroporto di dimensioni comunitarie a Viterbo ed altro regionale a Frosinone.
Apriti cielo.
C’è chi grida allo scandalo per le indebite  ingerenze sul nostro territorio di uno spavaldo irlandese che, sfacciatamente, ritiene che le grandi infrastrutture aeroportuali destinate ad  ospitare vettori da tutto il mondo e che pesano anche sulle tasche dei vettori e dell’UE, debbano essere condivise e accettate senza commenti. Si compra il prodotto a scatola chiusa o si va altrove.
Ed é allora naturale che il rappresentate del “volo-nostrano” si inalberi e tuoni contro Ryanair: verranno tutti gli altri (Easy Jet compresa) e tu irlandese cocciuto avrai a pentirti di aver rifiutato un’offerta così  allettante.
Ma, purtroppo, Easy Jet conferma quanto già comunicato nel 2008 – smentendo chi aveva cercato di rimetterla nel mucchio dei possibili aspiranti low cost viterbesi – “ No grazie. Meglio Fiumicino!”
Ed i malcapitati giornalisti che hanno diffuso per primi questa “infamante” notizia vengono invitati  dall’assessore al volo a riflettere sul fatto che l’opportunità  della realizzazione del mega aeroporto avrebbe una ricaduta benefica sulla stampa locale e allora sì - affonda velenosamente il nostro amministratore locale - che uno “ scribacchino di campagna, in una città europea, potrebbe anche pensare di fare il giornalista”. (Sic! Con buona pace dei media nostrani…)

Interviene anche il Presidente di ENAC Riggio sulla querelle sentenziando a sua volta: “L’aeroporto o si fa a Viterbo oppure non si fa!!”
Ma poi con l’abilità, che certamente non può mancare al vertice politico amministrativo dell’autorevole Ente Nazionale dell’Aviazione Civile, ribadisce quanto già espresso nella conferenza stampa dell’ottobre 2008 ed in innumerevoli altre occasioni:
“Non si può localizzare uno scalo senza localizzare al tempo stesso la ferrovia. Decisione che spetta a Ferrovie e Regione”.

In altre parole la localizzazione a Viterbo non è stata ancora decisa.
Ma l’intervista termina con una frase ancora più sibillina: “Quando parliamo di secondo aeroporto regionale, o sarà Viterbo o niente”.
E’ un lapsus o, grazie a Dio, si è abbandonato definitivamente il progetto di fare a Viterbo, sull’area termale, un devastante mega aeroporto da 10 milioni e più di passeggeri e si sta gradatamente rientrando nei ranghi prospettando l’ipotesi realizzativa – sempre condizionata dalla costruzione di una ferrovia veloce – di un aeroporto regionale minore compatibile con il territorio?
Se così fosse faccio i complimenti a Riggio ed alla riconquistata ragionevolezza e capisco ora anche le ragioni per le quali, tutto sommato, la bocciatura da parte delle maggiori compagnie low cost mondiali, non preoccupi più di tanto l’assessore al volo.
Probabilmente già si pensa – in presenza di eventuali troppi no grazie - ad un nuovo vettore la “Viterbo Vola International Airlines” che collegherà il cuore della Tuscia con il resto del mondo.
Staremo a vedere.

Bruno Barra