FALCONARA -ANCONA (UnoNotizie.it) - Se è legittimo da parte di API Nòva Energia e di API raffineria propagandare il “proprio” radioso futuro e i “propri” radiosi successi, ci sembra legittimo vigilare per fornire ai cittadini e agli Organi di Informazione altri elementi di valutazione oggettivi.
A) Le riduzioni emissive impiantistiche che API propone nel Progetto delle centrali termoelettriche sono tutte relative agli impianti esistenti: raffineria e centrale termoelettrica IGCC.
Tali miglioramenti - con l’implementazione delle Migliori Tecnologie Disponibili - sono obbligatori per API per accedere all’Autorizzazione Integrale Ambientale (normativa europea IPCC vedi allegato) e, in più, sono dovute dall’Azienda in virtù del Decreto di Concessione del 2003.
Dunque i miglioramenti agli impianti erano già attuabili indipendentemente dal progetto o realizzazione delle centrali e, cosa importantissima, qualora attuati i cittadini di Falconara e della Bassa Valle dell’Esino avrebbero potuto già respirare un’aria meno inquinata.
Il trucchetto mediatico dell’API sta nella differenza tra i seguenti due punti:
1) partiamo dal dato che, se API avesse fatto ciò che poteva e doveva, oggi noi tutti vivevamo con un minore tasso di inquinamento proveniente dagli impianti di raffineria e centrale IGCC. Pertanto è aritmetico che, a partire da quella situazione migliorata, le emissioni delle due nuove progettate centrali non potranno che ripeggiorare la qualità dell’aria, non trattandosi di aspirapolvere ma di impianti di combustione!
2) Se invece, come fa API e come stiamo realmente oggi, non si realizzano i miglioramenti possibili e dovuti ma li si subordina alla realizzazione delle nuove centrali è facile effettuare una compensazione/sottrazione. Infatti con una mano API toglie una parte delle emissioni da raffineria e centrale IGCC (quelle che già doveva!) e con l’altra mano API aggiunge quelle delle nuove centrali. Il tutto con un pareggio impeccabile!
In realtà, nel giochetto di illusionismo dell’API, i cittadini di Falconara e dell’AERCA non avranno mai una diminuzione degli inquinanti emessi in aria da API!
B) Per quanto riguarda la diffusione della contaminazione da idrocarburi verso il fiume Esino ed il mare Adriatico ricordiamo che dall’11 Gennaio 2005 il Ministero dell’Ambiente ha intimato all’Azienda di realizzare la barriere fisica, in acciaio, conficcata nel terreno interno alla proprietà API al fine di realizzare la messa in sicurezza d’emergenza!
Questo perché il Direttore Generale della Salvaguardia Ambientale del Min. Amb. - Dott. Gianfranco Mascazzini - ha riscontrato “segnali indiscutibili della mancata tenuta della barriera idraulica fronte mare nei confronti della diffusione della contaminazione verso i bersagli costituiti dal fiume Esino e dal mare“.
(Relazione della Direzione Generale della Salvaguardia Ambientale del Ministero dell’Ambiente avente per oggetto Sito di interesse Nazionale - Falconara Marittima - Aree di proprietà API raffineria di Ancona: autorizzazione integrata ambientale - IPCC prot. DSA-2008- 0011088 del 21/04/2008)
Ad Aprile 2008 ancora il Ministero dell’Ambiente non era riuscito ad ottenere che l’API realizzasse quanto prescritto!
Ma quì entra in ballo la capacità di Ministero e Regione a far rispettare gli obblighi imposti!
Loris Calcina
Capogruppo Lista Civile Cittadini in Comune
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