Salute Pubblica e Medicina Democratica hanno indirizzato la seguente lettera ad una lunga serie di autorità con competenza in materia sanitaria nella nostra regione perchè chiedano, sulla base di recenti evidenze scientifiche, all'Istituto Superiore di Sanità di rianalizzare gli studi di mortalità sui lavoratori deipetrolchimici di Brindisi e Manfredonia dai quali si sono ricavate sinora informazioni erroneamente rassicuranti. La rianalisi degli studi sarebbe di grande interesse per quei lavoratori esposti ed ancora in salute che potrebbero beneficiare di misure di prevenzione.


Al Presidente della Giunta Regionale Puglia
On Nichi Vendola

All'Assessore Regionale Politiche della Salute Puglia
Dott. Alberto Tedesco

Al Presidente dell'Amministrazione Provinciale di Foggia
On Antonio Pepe

Al Presidente dell'Amministrazione Provinciale di Brindisi
Dott. Michele Errico

Al Sindaco della Città di Brindisi
On Domenico Mennitti

Al Sindaco della Città di Manfredonia
Avv. Francesco Paolo Campo

Al Direttore Generale dell'ARPA Puglia
Prof. Giorgio Assennato

Al Direttore Generale della ASL di Foggia
Dott. Ruggiero Castrignanò

Al Direttore Generale della ASL di Brindisi
Dott. Rodolfo Rollo

Al Presidente dell'Ordine dei Medici e degli Odontoiatri di Foggia
Dott. Salvatore Onorati

Al Presidente dell'Ordine dei Medici e degli Odontoiatri di Brindisi
Dott. Emanuele Vinci


RICHIESTA DI RIANALISI E AGGIORNAMENTO DEGLI STUDI SULLE MORTI DI LAVORATORI NEL PETROLCHIMICO DI BRINDISI E MANFREDONIA.

Nel 1995 la Procura della Repubblica di Brindisi, a seguito della trasmissione di una notizia di reato proveniente dalla Procura della Repubblica di Venezia, avviava una indagine giudiziaria per decessi e malattie professionali tra i lavoratori addetti alla produzione ed alla polimerizzazione del cloruro di vinile monomero (CVM) nella stabilimento petrolchimico di Brindisi. Nel gennaio 1997 Medicina Democratica – Movimento di Lotta per la Salute (MD) presentava un esposto riguardante la situazione di inquinamento ambientale e di danno sanitario emergente da notizie di stampa e da indagini epidemiologiche condotte sull'area ad alto rischio di crisi ambientale di Brindisi.

Nell'ambito di detta indagine giudiziaria i magistrati inquirenti ritennero di far eseguire uno studio di coorte tra i lavoratori esposti al CVM e PVC e di affidarne l'incarico al Prof. Cesare Maltoni direttore della Fondazione Ramazzini di Bologna. Nel 2000 il Prof. Maltoni presentò i risultati dello studio che mise in evidenza eccessi di mortalità per alcuni tumori tra i lavoratori indagati. Risulta che l'analisi statistica della coorte sia stata condotta da ricercatori dell'Istituto Superiore di Sanità i quali hanno fatto parte per un certo periodo del gruppo dei consulenti della Procura della Repubblica di Brindisi. I predetti ricercatori suggerirono ai magistrati inquirenti, in una corrispondenza rivenuta in atti, di rivedere i criteri di composizione della coorte per essere certi della solidità dei risultati. Uno dei risultati sorprendenti che lo studio ha evidenziato è la minore mortalità generale nel gruppo di lavoratori rispetto a quella della popolazione generale.

Questo risultato si può riscontrare in un altro studio di coorte lavorativa condotto dagli stessi ricercatori dell'Istituto Superiore di Sanità nell'ambito di una indagine giudiziaria promossa dalla Procura della Repubblica di Foggia nel 1995. La coorte era quella degli esposti ad anidride arseniosa nel petrolchimico di Manfredonia. Detta indagine, pur evidenziando un eccesso di mortalità per alcuni tumori tra i lavoratori esposti all'arsenico fuoriuscito nel corso dell'incidente industriale del 26 settembre 1976, riportarono anche in questa situazione una minore mortalità generale nella coorte lavorativa rispetto alla popolazione generale.

Poiché un analogo rilievo era stato evidenziato dagli stessi ricercatori dell'Istituto Superiore di Sanità nello studio di coorte sui lavoratori esposti al CVM ed al suo polimero PVC nello stabilimento Montedison di Porto Marghera, la Procura della Repubblica di Venezia ritenne nel 2001 di disporre una rianalisi della mortalità di quella coorte lavorativa sulla base di un differente presupposto scientifico. E cioè che non si dovesse confrontare la mortalità di una coorte lavorativa con quella della popolazione generale per la semplice nozione che la prima è sicuramente caratterizzata da una condizione di salute migliore della seconda, fenomeno questo noto con l'espressione "effetto lavoratore sano". Pertanto la rianalisi condotta sulla coorte di Porto Marghera ha confrontato gruppi di lavoratori esposti a CVM e PVC con lavoratori dello stesso stabilimento non esposti o poco esposti rilevando una mortalità generale superiore negli esposti rispetto al confronto (1). Sulla base di tale studio è stato possibile stabilire quanti decessi in più rispetto al numero atteso possono essere attribuiti all'esposizione alle predette sostanze cancerogene.

Da quanto fin qui rappresentato emerge la necessità che gli studi condotti sulle coorti lavorative di Brindisi e Manfredonia siano riesaminati ed aggiornati per ragioni di salute pubblica secondo il presupposto che i gruppi più esposti a quei cancerogeni lavorativi (CVM, PVC ed arsenico) debbano essere confrontati non già con la popolazione generale ma con gruppi di lavoratori della stessa industria meno esposti o, meglio ancora, non esposti affatto ai cancerogeni su descritti . L'analisi separata dei gruppi omogenei di esposizione (escludendo i lavoratori non esposti o pochissimo esposti dal gruppo esposto per utilizzarli come riferimento) permette di evitare pericolose diluizioni che producono errate sottostime del rischio. Dall'esito di detta rianalisi potranno sicuramente scaturire azioni di prevenzione nei riguardi dei lavoratori non più esposti ma a rischio di ammalarsi.

Pertanto con la presente si intende chiedere alle SS.LL. di intervenire presso l'Istituto Superiore di Sanità per proporre la rianalisi e l'aggiornamento degli studi delle coorti lavorative dei petrolchimici di Brindisi e di Manfredonia o in subordine di richiedere all'Istituto medesimo i "data base" relativi alle coorti medesime in modo che la rianalisi possa essere condotta in loco dall'osservatorio epidemiologico regionale, dalle unità di epidemiologia delle relative ASL con il supporto del registro tumori regionale e delle strutture di epidemiologia degli enti pubblici di ricerca presenti in regione (IFC-CNR Lecce).

Nella speranza di essere riusciti a mettere in sufficiente rilievo l'interesse che può derivare per la salute pubblica dall'approfondimento dei predetti studi epidemiologici, preghiamo le SS.LL. di voler aderire al presente invito e di voler informare la scrivente associazione sulle determinazioni a riguardo.

Stefano Palmisano Gino Stasi
Associazione "Salute Pubblica"
"Medicina Democratica"

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