In tempo di magra e di povertà, più intellettuale che economica, le capriole verbali del sindaco e dei suoi sostenitori di partito, tese a raggirare le platee assenti e presenti al discusso “dono di Natale”, non mi sorprendono, seppure, mi feriscono; pertanto garantisco ai lettori che non darò seguito a questo inutile battibecco. Sono i fatti a parlare, ed i fatti che riferirò dicono di un “dono di denaro pubblico” elargito a pochi e per questo contestato.
Informo, chi non c’era o chi ha frainteso le parole da me pronunciate il 15 dicembre, che la presenza mia e di mio marito a scuola è stata motivata unicamente dal fatto che mio figlio rientra fra gli aventi diritto al buono. Per questo mi sono sentita legittimata a chiedere chiarificazioni in merito e, così come hanno fatto anche altri, dietro sollecito degli stessi amministratori, ho chiesto: "Perché, il sindaco che solo pochi giorni fa ha denunciato un deficit tale da giustificare un opinabile acconto alle compensazioni ENEL di un milione di euro, trova e decide ora di destinare, ventimila euro di denaro pubblico a pochi piccoli cittadini, tra l’altro non scelti fra i più bisognosi, dimenticando le tante insolute emergenze che gravano sul territorio a cui dare la priorità? L’unico effetto di un simile dono così frantumato è quello di averne disperso tutto il potenziale qualora elargito per intero, e quello di aver esibito una generosità che mi lascia perplessa. Come devo considerarlo, questo: un acconto, questa volta destinato a coloro che fra dieci anni ne avranno bisogno per l’acquisto di medicinali vista l’aria che qui si respirerà anche grazie alla resa di chi ci amministra?"
Questo ho detto, perché questo ho pensato, attendendomi ingenuamente una risposta che potesse rincuorarmi, e senza alludere all’origine dei venticinquemila euro che non conosco.
Ma a quanto pare, alle domande scomode è meglio non rispondere e cercare di delegittimare chi le pone accusandolo di avere obiettivi diversi da quelli dichiarati. Così, mentre il sindaco accusava me dalla “cattedra”, Attilio Boni (coordinatore del PD di Tarquinia e quindi del partito del sindaco) accusava mio marito di aver partecipato all’incontro solo per un bieco desiderio di strumentalizzazione politica. I modi aggressivi ed offensivi usati contro di noi sono stati sotto gli occhi di tutti facendo traboccare il vaso della sopportazione: non è tollerabile che due esponenti della politica locale additino privati cittadini, nel pieno esercizio del proprio diritto di espressione, di avere finalità politiche. Forse si confonde la politica con l’appartenenza ad un partito, ma io non sono faziosa e non ho posizioni pregiudizievoli, non sono iscritta a nessun partito e anzi spesso, non volendomi più “tappare il naso” ho disertato le urne, presa dal disgusto come purtroppo tanti italiani. Non ho ambizioni pubbliche da salvaguardare, nulla da guadagnare dal consenso altrui. Sono davvero solo una cittadina, libera, che ha sempre pensato che le cose sbagliate del mondo vadano combattute partendo da noi stessi, non restando spettatori inermi, e che l’unica cosa in grado realmente di educare sia solo l’esempio…
Quanto poi alla strumentalizzazione della festa dei bambini, credo che il gesto strumentale sia stato proprio l’aver consegnato nelle loro mani un buono fruttifero, sovrapponendosi, tra l’altro, alla linea educativa adottata dalle singole famiglie.
Vorrei, infine, precisare che i bambini non erano presenti all’incontro con i genitori voluto proprio per illustrare agli stessi le finalità dei buoni in oggetto. Se poi vi è stato disturbo alle lezioni, questo è stato generato dall’attacco verbale da parte del Coordinatore del PD.
Anna Santarsiere
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