Ultime news - UnoNotizie.it - L'Arabia Saudita sino ad ieri era nota, dopo aver firmato il trattato di non-proliferazione, di non avere un programma di armi nucleari. Inoltre,è membro della coalizione di paesi che richiedono una zona franca da armi nucleari in Medio Oriente. Tuttavia l'ambasciatore saudita nel Regno Unito, principe Mohammed bin Nawwaf bin Abdulaziz al-Saud, ha dichiarato che "tutte le opzioni sono possibili" per il suo paese se l'Iran non porrà fine al proprio programma nucleare. Il principe ha inoltre rivelato che l'Arabia Saudita non aveva intenzioni di acquisire un deterrente nucleare fino a quando l'Iran ha iniziato a sviluppare il proprio programma nucleare. Ha spiegato: "Questo ha cambiato le prospettive in tutta la regione." Parlando dei negoziati guidati all'inizio di questo anno dal presidente americano Barack Obama con il regime iraniano sulla loro attività nucleare, il principe aggiunto: "Abbiamo sempre espresso il nostro sostegno per risolvere il dossier nucleare iraniano in maniera diplomatica e attraverso la negoziazione.
L'Iran ha accettato di limitare il suo programma nucleare all'inizio di quest'anno, limitando la sua capacità di costruire una bomba nucleare. In cambio, Teheran riceverà un alleggerimento delle sanzioni internazionali. Il programma nucleare dell'Iran rappresenta una minaccia diretta a tutta la regione. Il Principe Mohammed concludendo ha aggiunto: "Speriamo di ricevere le assicurazioni che ci garantiscano che l'Iran non intende perseguire questo tipo di arma, ma se questo non dovesse accadere, l'Arabia Saudita valuterà tutte le opzioni. " Il pogramma nucleare dell'Iran rappresenta una minaccia diretta a tutta la regione e costituisce una fonte importante e un incentivo per la proliferazione nucleare in tutto il Medio Oriente, Israele compreso." C'è anche una preoccupazione che altri paesi della regione che potrebbe seguire i sauditi a conseguire proprie capacità nucleare, che provocherebbe una corsa agli armamenti in Medio Oriente.
Sembra che Arabia Saudita e Emirati Arabi, osserva Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, non vogliono sottovalutare le ambizioni nucleari dell’Iran, ritenendole una minaccia grave, pertanto non badano a spese per gli armamenti. Dei 10,8 miliardi di dollari di valore delle armi, circa 6,8 miliardi andranno all’Arabia Saudita, mentre gli altri 4 miliardi agli Emirati Arabi.
I colloqui tra le sei prime potenze mondiali e l’Iran sembrano essere ad un punto positivo, tuttavia le nuove commesse di armi verso Arabia Saudita e Emirati Arabi rappresentano una sorta di garanzia se i colloqui falliscono. La vendita di armi a entrambi i Paesi nemici giurati dell’Iran è una polizza di assicurazione per i militari degli Stati Uniti, nel caso in cui decidessero insieme a Israele di colpire l’Iran. L’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti sono pronti ad attaccare l’Iran se Washington desse loro il via libera.
La vendita, secondo il Defense Security Cooperation Agency statunitense, comprende sofisticati missili cruise, in grado di colpire obiettivi da una lunga distanza. Le armi sono state progettate per l’utilizzo con i Jet made in Usa F-15 e F-16 da combattimento precedentemente acquistati da Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti.
Gerusalemme, allarmato dalla prospettiva di un riavvicinamento USA-Iran, starebbe discutendo la possibilità di un’alleanza anti-Iran con vecchi avversari arabi. Nelle ultime settimane, i dirigenti dell’inteligence israeliana hanno avuto incontri con personalità di spicco provenienti da un certo numero di Stati del Golfo Persico, nel tentativo di creare una nuova alleanza in grado di bloccare l’Iran.
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