Che effetto avrà fatto in Britannia, in Dacia od in Iberia la notizia dell'assunzione del manto imperiale da parte di Traiano? Immagino le truppe stazionate ai confini dell'impero, i mormorii del popolo sull'incertezza degli eventi in corso, le veloci staffette che da Roma correndo a tutta manetta distribuivano la nuova. Incredulità soddisfazione giubilo…? Forse, forse indifferenza, forse speranza, chissà.
Oggi mi son confrontato anch'io con queste sensazioni, quando al baretto del paese nuovo, sorseggiando il mio cappuccino caldo e masticando compito un cornetto alla crema, ho ascoltato la notizia televisiva di cui –pare- tutti in questi momenti stanno parlando: l'America ha un nuovo presidente, Barack Obama. Inevitabilmente oltre le notizie ufficiali della TV non ho potuto far a meno di raccogliere i pareri popolari: "Sì la vittoria è netta, Obama ha vinto, chi l'avrebbe detto? Speriamo che non gli facciano fare la fine di Kennedy, hai visto che ha le orecchie a sventola pure lui?".
E poi altri commenti raccolti dal giornalaio, un po' più analitici: "Non c'è da meravigliarsi per la vittoria di Obama era già prevista" – "Stavolta i democratici hanno saputo incarnare il cambiamento, se vinceva Illary sarebbe stata la prima donna presidente, con Obama hanno avuto il primo nero alla Casa Bianca" - "Non è che i democratici siano stati più bravi è soltanto che i repubblicani erano troppo addietrati….".
Insomma la notizia in un modo o nell'altro ha toccato anche la realtà di Calcata, i confini dell'impero, anche se qualcuno, un professore ovviamente, ancora commentava sfiduciato i decreti della Gelmini e di Brunetta "Li possinno… in un caso o nell'altro noi ci rimettiamo sempre…".
"Commentator cortese ne fa sempre le spese…"
Paolo D'Arpini
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