Dal quadro in questione emerge fra l’altro che i cittadini europei utilizzano sempre più il commercio elettronico, ma rimane elevato il livello di diffidenza nei confronti degli acquisti online e delle pratiche commerciali illegali. Come associazione impegnata anche nella difesa dei consumatori ci uniamo all’evidente preoccupazione che può essere evidenziata circa la scarsa conoscenza dei diritti dei consumatori. A fare da pendant a quest’aspetto negativo vi è un altro positivo: aumentano, infatti, gli acquisti “verdi”.
Cresce il commercio elettronico, ma soprattutto sul mercato interno. La quota infatti di consumatori che acquista online è passata dal 38% al 41% a livello nazionale e dal 9,6% all’11% per gli acquisti transfrontalieri. Un gap testimoniato anche dal grado di fiducia che raggiunge il 59% per gli acquisti nazionali ed è invece pari al 35% per quelli esteri. Ma le cifre variano molto a seconda dei diversi paesi, con quote oscillanti dal 18% al 76% di chi si sente tutelato adeguatamente dalle norme vigenti.
Resta comunque forte il timore di consumatori e venditori di imbattersi in pratiche commerciali illegali: oltre il 50% ritiene che tale rischio su internet è divenuto più probabile.
Ma dalla pagella esce anche un’Europa più eco-responsabile: quattro persone su dieci, pari ad una media UE del 41% (contro il 29% del 2011), affermano infatti di aver scelto beni e servizi, nel 2012, sulla base del loro impatto sull’ambiente. A guidare la classifica sono Grecia (56%) e la Svezia (53%) mentre fanalini di coda sono Lituania (28%) ed Estonia (25%). L’Italia si attesta al di sopra della media, al 43%.
Giovanni D’Agata
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