MAFIA, BRUSCA RITIRA IN BALLO SILVIO BERLUSCONI: patto nel 1993 con la mafia? L'antimafia indaga. Ultime notizie - Firenze - E' stato il giorno della deposizione a Firenze del pentito di mafia Giovanni Brusca, detto "lo scannacristiani" per la ferocia del suo agire criminale che lo vidi compiere delitti atroci tra i quali quello del piccolo Giuseppe Di Matteo, che aveva tredici anni quando fu rapito e quindici quando fu ammazzato.
Brusca ricoprì anche un ruolo fondamentale nella strage di Capaci in quanto fu l'uomo che spinse il tasto del radiocomando a distanza che fece esplodere il tritolo piazzato in un canale di scolo sotto l'autostrada.
Nella deposizione rilasciata proprio al processo sulle stragi del 1993, Brusca ha parlato del cosi detto "papello", vale a dire la trattativa che ci sarebbe stata tra mafia e Stato sul finire dell'anno 1993.
Nelle sue dichiarazioni, il pentito ha fatto anche nomi eccellenti, tra i quali, su tutti, quelli di Marcello Dell'Utri e Silvio Berlusconi.
Stando a quanto dichiara Brusca, il clan mafioso da lui comandato mandò un messaggio a Berlusconi, tramite proprio Marcello Dell'Utri, in cui si intimava di mettere mani al maxiprocesso e al 41 bis, o altrimenti le stragi sarebbero proseguite a oltranza.
A quei tempi Silvio Berlusconi si apprestava a diventare premier.
Ora ovviamente sarà compito della commissione antimafia ascoltare tutti i soggetti interessati (premier incluso) per ricostruire i fatti dell'epoca per come effettivamente si sono svolti e per capire quali reali legami esistevano tra istituzioni e mafia.