Care cittadine e cari cittadini di Civitavecchia, è con profonda tristezza ed amarezza che vi invio questa lettera.
L’Amministrazione comunale della nostra città, guidata dal sindaco Moscherini ha chiarito finalmente le sue intenzioni: il problema dei rifiuti dovrà essere risolto con il loro incenerimento.
La “bruciatura” dei rifiuti poi è anche presentata dal primo cittadino come una succulenta opportunità di guadagno economico per la città. Come? Facendo costruire a Civitavecchia un mega impianto che non si limiti a bruciare i soli rifiuti prodotti sul nostro territorio, ma anche quelli prodotti dalle città limitrofe.

Care cittadine e cari cittadini di Civitavecchia, non voglio annoiarvi dicendovi che Civitavecchia, se passerà il progetto dell’inceneritore, dovrà sopportare un’altra micidiale fonte di inquinamento che, aggiunta alle altre già presenti in città, peggiorerà la vita e la salute vostra e dei vostri cari. Voglio semplicemente passarvi qualche informazione che ritengo possa esservi utile per capire. Ma per capire cosa? Ad esempio per capire se dietro al luccichio delle dichiarazioni del vostro sindaco ci sia veramente dell’oro.

Care cittadine e cari cittadini di Civitavecchia, inizio col rammentarvi alcune notizie. Ricordate la storia del progetto pilota per la raccolta differenziata domiciliare che sarebbe dovuto partire ad Aurelia a febbraio di quest’anno? E poi a marzo, e poi ad aprile e infine a settembre? L’amministrazione attuale, prima del rimpasto, annunciava piani della comunicazione che avrebbero sensibilizzato gli abitanti di Aurelia; annunciava corsi di formazione per eco-volontari, distribuzione di raccoglitori per la differenziata e cronocalendari. Bè? Allora? Nulla di tutto ciò è avvenuto. E quando a settembre, finalmente rimpastata, questa giunta cittadina si è giustificata dicendo che non si era fatto tutto ciò perché non c’erano i soldi necessari, in quell’occasione si è mentito sapendo di mentire. Nelle casse della Provincia di Roma erano pronti ben 400 mila euro per sostenere l’avvio del progetto. Questi soldi sono ancora lì, e lì resteranno perché nessuno si è degnato di completare l’istruttoria necessaria per ottenere il sostanzioso finanziamento provinciale.

Care cittadine e cari cittadini di Civitavecchia, ricorderete senz’altro le dichiarazioni dell’esperto di turno che sosteneva l’impraticabilità delle raccolta differenziata porta a porta a Civitavecchia perché avrebbe dato risultati molto ritardati nel tempo. Due esempi per sbugiardare anche quest’afferma-
zione: Ciampino e Acquapendente nei primi sei mesi di raccolta domiciliare “volano” al 67% di differenziata. Capito? 67% di rifiuti che non vanno in discarica e che al contrario vengono recuperati e riciclati tornando a nuova vita e creando nuovi posti di lavoro.

Care cittadine e cari cittadini di Civitavecchia, lo so che di fronte alle immagini del disastro di Napoli è possibile pensare che è meglio mandare i rifiuti nella bocca dell’inceneritore anziché essere circondati dalla sporcizia e dal fetore. Ma provate a chiedervi: un disastro del genere giunge spontaneamente o è frutto di politiche miopi se non proprio criminali? Io sono un po’ più per la seconda. Se non si programma un’oculata gestione dei rifiuti che porta ad una loro riduzione, ad un loro recupero e riciclo, all’affermazione di una cultura del riuso anziché del gettare, l’epilogo non può che essere l’emergenza.

Care cittadine e cari cittadini di Civitavecchia, ora vi chiediamo di riflettere: ma se a Civitavecchia la raccolta differenziata tradizionale non supera il 10% ; se non parte la raccolta differenziata domiciliare neanche in via sperimentale; se non si vanno a prendere i soldi in Provincia affinché ciò possa avvenire; se non si premiano i comportamenti virtuosi di quei cittadini che praticano il compostaggio domestico (la trasformazione della parte organica dei rifiuti in terra fertile) e la raccolta differenziata; se non si fanno accordi di programma con le imprese e le associazioni di categoria per ridurre la produzione di rifiuti; se non si fanno molte altre cose ancora, è forse azzardato ipotizzare che si vuole far entrare a forza la città in una dimensione di dichiarata emergenza?

Care cittadine e cari cittadini di Civitavecchia, lo so che ho abusato della vostra pazienza, ma abbiate la forza di leggere queste ultime righe per ritornare al punto di partenza.
Paventando una imminente emergenza il sindaco di Civitavecchia diventa più realistico del re e ci prospetta la costruzione di un mega inceneritore perché dalla necessità se ne può trarre la virtù.
Bruciando i nostri e gli altrui rifiuti Civitavecchia avrà un altro pezzo di sviluppo industriale, ma con conseguenze un pochino diverse da quelle prospettate dal nostro sindaco: elevati guadagni, ma per i gestori dell’impianto; esternalizzazione dei costi ambientali e sanitari; aumento della parte variabile della tariffa di igiene ambientale perché il conferimento dei rifiuti nell’inceneritore costa non poco; aumento del traffico dei mezzi che verrebbero a conferire dalle zone limitrofe; raccolta differenziata al solo fine di bruciare i materiali più convenienti come le plastiche; costruzione di una grande discarica per accogliere le ceneri pesanti e quelle pericolose (in pratica un terzo di quello che si brucia) trattenute dai filtri dei camini.

In conclusione, care cittadine e cari cittadini, noi non abbiamo posto sullo scranno del Palazzo del Pincio un politico, ma un autentico artista della politica. Una sorta di illusionista immerso, lui sì, nella sindrome di Pseudologia fantastica. Ed era proprio quello che mancava a questa città che, a partire dalla fine degli anni settanta del secolo precedente, ha visto perdere pezzetto per pezzetto una notevole porzione della sua ricchezza ambientale e culturale che in altre latitudini avrebbe portato, quella sì, a lauti guadagni economici per la città intera e non per pochi affaristi.

Con reiterata tristezza,
Maurizio Campanella, membro del Comitato “Piazza Pulita” di Civitavecchia

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