“Sappiamo bene che questo è un momento di sacrifici e di razionalizzazione della spesa, ma quello che sta facendo la Regione Lazio alla sanità viterbese è veramente troppo.
La proposta avanzata vede la chiusura di 13 ospedali pubblici, di cui 3 nella nostra provincia. L’intero Alto Viterbese non avrebbe più una struttura ospedaliera, e si chiuderebbero due ospedali ricadenti in Comunità montana. Una proposta, a quanto dice il Direttore generale Aloisio, calata dall’alto: ma è pensabile questo?
Deve salire una protesta generale non solo da parte delle Istituzioni e dei sindacati, ma anche dei cittadini e delle associazioni che li rappresentano. Si delinea, infatti, un quadro nero per gli utenti ma anche per i lavoratori. Questo provvedimento, nella fattispecie della provincia di Viterbo, è abnorme perché non tiene conto che i 3 ospedali a rischio di chiusura, cosiddetti di frontiera per la loro posizione strategica e adeguatamente qualificati, sono proprio quelli che, nel loro piccolo, possono ridurre la mobilità passiva (la fuga dei pazienti) verso gli ospedali limitrofi di Siena, di Terni e il S. Andrea di Roma e, quindi, determinare notevoli economie finanziarie per la ASL di Viterbo. Senza tener conto, ovviamente, del venir meno dei livelli minimi di assistenza e dell’aumento dei disagi che deriveranno all’utenza.
Il provvedimento è ancor più grave ed incomprensibile se solo si considera che da due anni a questa parte, la Regione Lazio ha finanziato per decine di milioni di Euro proprio questi tre Ospedali che da oggi sono destinati alla chiusura. Il tutto inquadrato nel contesto nazionale dove, l’apposita Commissione Interministeriale, ha stabilito che le misure adottate dalla Regione Lazio, tra le quali la chiusura degli ospedali, sono non congrue al ripianamento dell’imponente deficit accumulato.
La Commissione stessa ritiene, peraltro, illegittime le nomine recentemente effettuate dal Governatore Marrazzo dei Direttori Generali unitamente ai Direttori Sanitari e Amministrativi.
Ho chiesto al Sindaco Marini, Presidente dell’Assemblea dei Sindaci, la convocazione immediata dell’Assemblea stessa, che peraltro si sarebbe riunita il giorno 20, per tentare di bloccare questa soluzione sperequata e penalizzante, perché quasi il 50 per cento dei posti letto ridotti riguarda proprio la provincia di Viterbo.
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