Rinnovando il riprovevole costume di essere feroci con i deboli e oltremodo servili con i forti, il provvedimento contro lavavetri e mendicanti nella città sottopone a noi tutti una riflessione sull’uso strumentale dei concetti di sicurezza e decoro per fini politici.
Accomunando infatti i giovani vandali che deturpano i monumenti e distruggono cassonetti e panchine, che vanno davvero individuati e perseguiti, con coloro che chiedono la carità ai semafori e per le vie si compie una semplificazione pericolosa e ingiusta.
I primi (per lo più viterbesi, altro che pendolari dell’accattonaggio!) vivono da sempre nella mancanza di cultura della partecipazione e nel deserto delle politiche giovanili di questa città.
I secondi compiono una scelta, a volte obbligata, che è stata nel passato ed è oggi l’unica prospettiva per quanti sono stati messi ai margini, colpiti da disavventure economiche e familiari, soggetti comunque deboli. Non tutte e sempre condivisibili le motivazioni di questa scelta, ma abbiamo il dovere di interrogarci e di non offendere ulteriormente la dignità di persone che rimangono per bene, anche quando chiedono la carità.
Abbiamo il dovere di distinguere, di rispettare la Persona piuttosto che di gratificare un senso estetico e morale disumano che è l’anticamera della discriminazione.
Come gruppo consigliare intendiamo sottoporre immediatamente la questione all’ordine del giorno della prossima assemblea cittadina, consapevoli che amministrare comporta l’onere della ricerca della giustizia e della equità, soprattutto quando a chiederla sono le minoranze ed i deboli.
Enrico Mezzetti
Consigliere comunale
gruppo de La Sinistra l’Arcobaleno di Viterbo
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