GROTTE SANTO STEFANO - VITERBO ( UNONOTIZIE.IT ) “Grotte Santo Stefano, un paese abbandonato dal Comune, che si impoverisce e spopola”. La denuncia è del consigliere comunale del Pd, Francesco Guancini, che in una interrogazione al consiglio ha lanciato la sua ricetta per attenuare la crisi economica che sta investendo da troppo tempo la popolazione grottana: “Serve – sostiene – una variante di Piano regolatore, che possa consentire nuove costruzioni sia artigianali che residenziali, ora impossibili”.
Di seguito il testo dell’interrogazione :
“Grotte Santo Stefano, ex Comune soppresso nel 1928, come Bagnaia e San Martino al Cimino, per dare a Viterbo la possibilità di essere Provincia, negli anni ha pagato un grosso scotto per essere una frazione di una grande città che, con i suoi problemi, ha sempre tenuto poco conto delle esigenze delle frazioni, in particolar modo di Grotte, in quanto troppo distante dal capoluogo e mai inserita in un contesto urbano e sociale come le frazioni di Bagnaia e San Martino.
Negli anni Grotte Santo Stefano è regredita rispetto agli altri paesi limitrofi che hanno una propria amministrazione (vedi Vitorchiano, Bomarzo, Celleno, Graffignano, Bagnoregio,ecc…) tutti comuni che hanno incrementato opere pubbliche (piscine – palestre – scuole - centri sociali-….), hanno dato ai cittadini maggiori servizi (uffici anagrafe – tecnico - vigili urbani-cantonieri-….), hanno migliorato le strutture (strade - marciapiedi-illuminazione - rete idrica - verde pubblico -….) ed effettuato continue varianti di P.R.G. ottenendo così una migliore vivibilità e quindi la possibilità di incrementare la popolazione e di conseguenza il benessere sociale ed economico.
Fino agli anni ’60 l’economia del paese si è basata sull’agricoltura, sul commercio e sull’artigianato e su coloro che espatriati per lavoro, sia all’estero che in Italia, ritornavano in paese con risparmi e liquidazioni tali da consentirgli di farsi una casa o ristrutturare quella avuta in eredità, immettendo sul mercato quella liquidità che sicuramente era maggiore di quella in possesso di quei grottani che erano rimasti in paese (agricoltori-artigiani-commercianti).
Ma poi le cose sono cambiate, il paese purtroppo non ha seguito l’evoluzione di quelli limitrofi, i risparmi e le liquidazioni dei lavoratori che sarebbero dovuti tornare non coprivano più le spese per farsi una nuova casa e quindi siamo gradatamente entrati in crisi.
Oggi siamo un paese povero, di poveri pensionati, abbiamo un forte decremento della popolazione, non abbiamo servizi come negli anni ottanta, non abbiamo aree da poter edificare sia residenziali che artigianali. Alcuni imprenditori, i più facoltosi, per mancanza di aree hanno acquistato lotti artigianali a Sipicciano, Celleno ,all’Acquarossa e lì stanno costruendo i loro opifici ed in quei Comuni assumeranno – probabilmente- le maestranze necessarie per il loro lavoro.
Vorrei ricordare all’Amministrazione comunale che in occasione dell’attuazione del P.I.P. (Piano Insediamento Produttivo), perorato dalla nostra circoscrizione, erano state allegate alla domanda circa trenta richieste di artigiani disposti ad acquistare terreno per la costruzione di altrettante strutture inerenti lo loro attività.
Vorrei ricordare che circa 10 anni fa la circoscrizione aveva individuato un’area, all’interno del paese, da destinare a zona PPEP; l’Amministrazione fece i relativi progetti che furono inviati alla Regione che chiese chiarimenti in merito: ancora non è stata data risposta.
Abbiamo urgente bisogno di un nuovo P.R.G. che possa consentire nuove costruzioni sia artigianali che residenziali, che ci permetta di sperare che, con il decollo della città di Viterbo (aeroporto-città termale-università….) alcuni cittadini viterbesi, stanchi e stressati dal logorio della città, investano le loro risorse in un paese tranquillo, lontano dai rumori e dagli inquinamenti, con la possibilità di avere una casa con giardino sicuramente a prezzo inferiore di un appartamento in condominio in Viterbo (vedi lottizzazioni di Paparano a Vitorchiano), portando nuova linfa per far decollare un’economia ormai al collasso.
Chiedo, pertanto, che possa essere effettuata una variante di P.R.G. soltanto per Grotte Santo Stefano, un paese che, a differenza di Bagnaia e San Martino che di fatto costituiscono un’unica entità territoriale con Viterbo, è lontano dalla città capoluogo con la quale ha sempre avuto pochi rapporti sia economici che culturali e che ha sempre visto i propri cittadini lottare per avere una propria autonomia politica ed amministrativa.
Una variante che possa ricucire un tessuto urbano troppo esteso per le innumerevoli case rurali costruite senza uno strumento urbanistico adeguato, una variante che non necessita di strutture particolari, che possa essere progettata dall’ufficio tecnico comunale, quindi con poche spese e sicuramente in tempi brevi”.
Francesco Guancini
Consigliere comunale Pd
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