Nel quattordicesimo giorno di bombardamenti israeliana, il bilancio della mattanza è di 780 morti e 3500 feriti - Oltre 500 sono gravissimi.
Questa mattina, il Consiglio di Sicurezza dell'Onu ha emesso una risoluzione, la 1860, che chiede l'immediato cessate il fuoco a Gaza, ma Israele l'ha completamente ignorata, come fa da 60 anni a questa parte, uccidendo 25 palestinesi. La Risoluzione 1860 è la 74^. Tutte ignorate nel silenzio mondiale...
Riportiamo, a seguire, parte della lettera scritta ed inviata da Luigi De Salvia, Segretario sezione italiana “Religions for Peace”
Al governo israeliano chiediamo di ascoltare di più la voce di molti suoi cittadini che chiedono di trattare anche con Hamas, nonostante la sua inconcepibile scelta di voler cancellare lo stato di Israele, e di contare maggiormente sulla mediazione internazionale nella soluzione dell’ormai “storico” conflitto piuttosto che su un’autodifesa isolata che rischia solo di allontanare indefinitamente possibilità di riconciliazione.
Ai responsabili di Hamas chiediamo di ripensare radicalmente e rinunciare definitivamente alla delegittimazione dello stato di Israele, che ostacola drasticamente la possibilità di pace nella regione condannando le attuali e le future generazioni a condizioni di vita insostenibili ai vari livelli, dalla sopravvivenza ad una più globale crescita umana.
Ai media chiediamo un’informazione che mostri anche tutti gli sforzi umanitari, che vanno al di là degli schieramenti, spesso incontrando resistenze nei propri ambiti, e tutti gli sforzi di tessere contatti e costruire ponti anche in situazioni così difficili piuttosto che rifugiarsi in inutili e pericolose demonizzazioni.
A noi che siamo qui in Italia, in particolare agli amici ebrei e musulmani, chiediamo di lavorare per la distensione, pur sapendo quanto sia difficile “mantenere il controllo”, quando si è coinvolti emotivamente in un modo così forte. Può essere però un modo concreto per contribuire a ridurre questa inaccettabile perdita di vite umane.
Un saluto molto cordiale invitando ciascuno a fare la sua piccola parte per favorire la vita minacciata dalle paure e dalle violenze.
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