Il caratteristico borgo di Castiglione in Teverina, in Provincia di Viterbo, è stato abitato fin dal periodo Villanoviano ed Etrusco. L'attuale abitato è sorto intorno all’Anno Mille attorno ad una Rocca. Fortificato e voluto dalla potente famiglia dei Monaldeschi, signori di Orvieto di parte guelfa, Castiglione ne condivise a lungo le alterne vicende. Per la sua posizione strategica fu sempre ritenuto luogo fondamentale per la linea difensiva, non solo dagli orvietani, ma anche dallo Stato Pontificio. Nel Medioevo fu feudo dei Monaldeschi della Cervara e dei Savelli. Ceduto ai Farnese nel 1539, fece parte del Ducato di Castro fino al 1637. Quando i castiglionesi, stanchi di passare da un padrone all’altro, “si riscattarono” contraendo un censo di 20.000 scudi.
Castiglione in Teverina visse rilevanti avvenimenti nel Risorgimento, particolarmente dopo il 1860 quando, facendo ancora parte dello Stato Pontificio, venne a trovarsi a meno di un chilometro dal confine dal Regno d’Italia nel quale fu annesso il 18 settembre 1870, due giorni prima della Breccia di Porta Pia. Sorto intorno all’anno Mille su uno sperone di travertino, ebbe il suo sviluppo urbanistico (castrum) nel corso del XIV secolo con la politica espansionistica della famiglia Monaldeschi.
Il borgo è delimitato a nord dalla Rocca, situata sulla Piazza Maggiore “porta di sopra” e a sud, “porta di sotto”, da una torre e dall’antica chiesa di San Giovanni Battista. Da visitare è la chiesa Collegiata con la sua facciata in stile rinascimentale. A fianco alla chiesa si erge un bei campanile a torre con cella campanaria. L’interno della chiesa è a tre navate coperte a volta: l’intera superficie della chiesa ha pavimento in cemento granigliato lucidato e riquadrato da fasce dello stesso materiale di vari colori. L’altare maggiore fu costruito su progetto del celebre architetto orvietano Ippolito Scalza; nel 1825 la pala originaria fu sostituita da un nuovo quadro dipinto dal viterbese Pietro Papini e raffigurante la Madonna della Neve e i Santi titolari Giacomo e Filippo.
Castiglione in Teverina è situata all’interno di una vasta area tra il fiume Tevere ed il lago di Bolsena, in cui si snoda la Strada del Vino della Teverina. Qui merita una visita il MUVIS, il Museo del Vino e delle Scienze Agroalimentari più grande d'Europa. In questa cantina, dove il Conte Romolo Vaselli nel secolo scorso aveva avviato una produzione di qualità, sono oggi esposte testimonianze e reperti della civiltà contadina, lavoro, tradizioni e devozioni, culture paesane e colture agricole.
Queste cantine, luogo simbolico per la comunità castiglionese, sono state recuperate dal Comune di Castiglione in Teverina con un allestimento che propone al visitatore le suggestioni della storia, dell’arte e della memoria orale. Il vino, uno dei prodotti più antichi dell’agricoltura tradizionale locale e nello stesso tempo uno dei più vivaci veicoli dell’economia del paese diventa racconto e riflessione sul passato e sul futuro di questo territorio in un contenitore museale di respiro internazionale.
Concepito con un approccio multiculturale e multidisciplinare, il MUVIS non è solo luogo della memoria inserito nella rete dei musei demoetnoantropologici della Regione Lazio ma è stato progettato come volano di sviluppo culturale ed economico delle produzioni agroalimentari di qualità e delle vocazioni ambientali del territorio.
P. Baudo
www.muvis.it
welcome@muvis.it
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