Per la Caritas sono oltre 300mila gli stranieri regolari residenti in Toscana. E la Regione presenta una proposta di legge che punta a costruire un modello di convivenza fra cittadini. Nei 37 articoli del testo di legge sono numerosi i punti "in positivo": riconoscimento dei titoli professionali, rispetto delle differenze religiose, insegnamento della lingua italiana, sostegno e rafforzamento della rete di sportelli informativi, accesso al servizio civile regionale per gli immigrati di seconda generazione.
Attenzione particolare e’ riservata ai soggetti deboli, come donne, minori, richiedenti asilo ma anche irregolari: ad esempio sono previste attivita’ di informazione e prevenzione delle mutilazioni genitali femminili, e anche agli irregolari viene garantito l'accesso al servizio sanitario, e interventi urgenti, come un pasto o un letto per dormire.
Oltre un terzo dei 300mila stranieri presenti in Toscana vivono in Provincia di Firenze. Seguono Prato e Arezzo, poi Pisa. L'incremento più rilevante e’ sulla costa.
La comunita’ più consistente e’ quella albanese: oltre 55 mila persone.
Seguono quella romena, quasi 52 mila, quindi quelle cinese, quasi 26mila, e marocchina, oltre 21 mila. Il numero dei romeni in un anno e’ quasi raddoppiato.
Sono stati inseriti a scuola nell'anno scorso oltre 45mila alunni stranieri, circa 1 su 10.
Dopo il ciclo dell'obbligo gli studenti di origine straniera tendono ad iscriversi soprattutto ai corsi di istituti professionali (42,3%) e tecnici (33,4%): cio’ conferma la propensione ad inserirsi rapidamente nel mercato del lavoro.
Per entita’ di rimesse – i soldi che gli stranieri inviano nei paesi di origine – la Toscana e’ la terza regione d'Italia, con 867 milioni di euro, di cui più della meta’ partono da Prato.
In Toscana gli immigrati versano ogni anno circa 300 milioni di tasse e ricevono in termini di servizi 60 milioni.
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