Il Ministro Sacconi ha dichiarato alla stampa (agenzia DIRE 14 novembre 2008) che “il medico curante deve segnalare se il paziente e' un irregolare. Se e' clandestino deve essere segnalato per la sua situazione di clandestinità ed espulso". Un medico non può fare questo! La proposta irricevibile, deriva da un emendamento proposto dalla Lega Nord al "pacchetto sicurezza" in discussione al Senato. L'emendamento propone, tra l'altro, l'abrogazione del comma 5 che prevede che “l’accesso alle strutture sanitarie (sia ospedaliere che territoriali) da parte dello straniero non in regola con le norme di soggiorno non può comportare alcun tipo di segnalazione all’autorità, salvo i casi in cui sia obbligatorio il referto, a parità di condizioni con il cittadino italiano”. La sua cancellazione metterebbe in serio pericolo l’accesso alle cure mediche degli immigrati irregolari, violando il principio universale del diritto alla salute, ribadito anche dalla nostra Costituzione (art. 32) e creerebbe una 'clandestinità sanitaria’, pericolosa per l'individuo e per la collettività. Ma soprattutto pretenderebbe di costringere il medico ad andare contro le norme morali che regolano la sua professione. Il Codice deontologico è chiaro:
- La professione medica si ispira a principi di solidarietà e umanità (art.1) e al rispetto dei diritti fondamentali della persona (art. 20).
- Dovere del medico è la tutela della vita, della salute fisica e psichica dell'Uomo e il sollievo dalla sofferenza nel rispetto della libertà e della dignità della persona umana, senza distinzioni di età, di sesso, di etnia, di religione, di nazionalità, di condizione sociale, di ideologia, in tempo di pace e in tempo di guerra, quali che siano le condizioni istituzionali e sociali nelle quali opera (art. 3).
- Il medico deve inoltre mantenere il segreto su tutto ciò che gli è confidato o di cui venga a conoscenza nell’esercizio della professione (art. 10).
La relazione tra medico e paziente è basata infatti su un rapporto profondamente fiduciario, incompatibile con l’obbligo di denuncia.
Il Presidente della Federazione degli Ordini, Amedeo Bianco, ha precisato tutto ciò in una lettera spedita il 23 ottobre u.s. al Presidente della Commissione Giustizia del Senato, al Presidente della Commissione Affari Costituzionali del Senato e, per conoscenza, a tutti i Componenti delle due commissioni, evidenziando la conflittualità insostenibile tra il provvedimento proposto e le norme di deontologia medica.
L’appello lanciato dalla SIMM (Società Italiana di Medicina delle Migrazioni) il 20 ottobre u.s. per chiedere il ritiro dell’emendamento, ha ricevuto l’adesione, oltre che della FNOMCeO, di diversi Ordini dei Medici regionali e provinciali, e di numerose Associazioni non solo mediche.
A seguito di questa ampia mobilitazione, era stata data notizia del ritiro dell’emendamento poi contraddetta dall’annuncio del Ministro Sacconi che ha annunciato alla stampa la decisione di procedere velocemente all’attuazione.
Se dovessero passare i provvedimenti annunciati dal governo, i medici dovranno rifiutarsi di denunciare i pazienti immigrati irregolari, esercitando l’obiezione di coscienza per non venir meno ai principi etici della loro professione.
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