Raccolta firme per legge che punisca l'omofobia ultime news Roma - All'indomani del suicidio di un ragazzino di soli 14 anni i genitori hanno dichiarato di non aver capito cosa stesse vivendo e i tormenti legati alla sua sfera privata.
"Oltre ad essere vicini a questa famiglia sconvolta da un evento vogliamo, oggi, mettere il punto su una realtà troppo spesso taciuta a causa di stereotipi gretti che portano gli esseri umani a trasformarsi in bestie capaci di emarginare, deridere e far sentire diversa da loro un'altra persona". Lo dichiarano in una nota congiunta il presidente di AssoTutela Michel Emi Maritato e il Coordinatore Regionale della Puglia Chiara Cristina Lattanzio.
"Il ragazzo si è procurato tagli sulle braccia e all'inguine, prima di lanciarsi nel vuoto da un'altezza di 20 metri.
Era un ragazzo di 14 anni e si è ucciso perché schiacciato dal peso di non essere accettato e visto per quello che era. Non importa chi fosse, quali fossero i suoi sogni, i suoi progetti per il futuro, quanto fosse importante per chi lo conosceva davvero, c'è un mondo fuori capace di essere incredibilmente cattivo e forte quando unito in un branco, ma incredibilmente stupido e impotente se scomposto. - continua Maritato - Nessuno ha il diritto di ergersi a giudice sugli altri".
"Non condividere o non capire è assolutamente lecito e avere idee diverse fa parte della bellezza del mondo, ma nessuno può condannare i pensieri degli altri. - conclude Lattanzio - Dimenticavo di citare qual è il motivo che rendeva un ragazzo che si affacciava al mondo con la sua adolescenza e che avrebbe avuto un futuro pieno di ostacoli, ma degno di essere vissuto, un ragazzo un "diverso"... era omosessuale".
La Procura di Roma ha attivato accertamenti in merito alla vicenda del ragazzo e AssoTutela ha oggi raccolto 2.500 firme a Roma da presentare alla Camera affinché vari, con estrema urgenza, una legge che punisca l'omofobia.
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