AUTUNNO 2008
RAPPORTO SULLO STATO DI SALUTE DEL LAGO DI BOLSENA
22 Ottobre 2008:
OCCORRE UNA DECISA AZIONE DI "LAKE MANAGEMENT"
per:
la nostra Associazione segue da anni lo stato di salute del lago di Bolsena mediante sistematici monitoraggi fisico/chimici.
Si ritiene utile mettere a disposizione i dati raccolti a quanti possono essere interessati al nostro lago e cioè Sindaci dell'area, Funzionari delle Amministrazioni Pubbliche, Docenti, Operatori Turistici, ecc.
L'allegato rapporto - riferito a quest'autunno - segnala alcuni problemi qualitativi e quantitativi che seguiremo con attenzione, dei cui sviluppi riferiremo in un successivo rapporto.
Indichiamo alcuni parametri orientativi ai quali fare riferimento:
La situazione può migliorare se arriveranno piogge copiose, freddo intenso, tramontana persistente e una più decisa azione di "Lake Management".
Nell'invitare gli interessati a collaborare con la nostra Associazione, si ringrazia per l'attenzione.
Ing. Piero Bruni
Presidente
Il lago di Bolsena ha problemi quantitativi e qualitativi. Il degrado quantitativo si manifesta in superficie con il basso livello del lago e l'irrilevante portata dell'emissario. E' un fatto che è sotto gli occhi di tutti: desta preoccupazioni, ma di solito non causa reazioni.
Il degrado qualitativo invece si manifesta iniziando dal fondo del lago, e siccome nessuno lo vede, non suscita né preoccupazioni, né reazioni. Si vive nell'inconsapevolezza, ma il giorno in cui raggiunge la superficie, e tutti lo vedono, è troppo tardi per intervenire.
Il carico antropico che gravita sul bacino (agricoltura, insediamenti umani, turismo, scarichi abusivi, ecc), causa il rilascio nel lago di composti di Fosforo e Azoto, che sono sostanze "nutrienti" per i vegetali lacustri, in particolare per il fitoplancton.
Direttamente o indirettamente tutti gli organismi animali del lago si cibano dl fitoplancton. Giunti alla fine della vita, le loro spoglie, vegetali e animali, cadono sul fondo del lago, dove sono demolite e mineralizzate da una comunità di batteri. A un carico umano più grande corrisponde quindi una maggiore quantità di spoglie da demolire.
Se a fondo lago è presente una sufficiente quantità di ossigeno disciolto nell'acqua, la demolizione delle spoglie avviene con processo aerobico, e ciò prova lo stato di buona salute del lago, mentre, in assenza di ossigeno, la demolizione diventa anaerobica. Questo processo, comunemente conosciuto come "putrefazione", è accompagnato da produzione di sostanze tossiche e maleodoranti, e ciò denuncia uno stato di degrado.
L'ossigeno giunge a fondo lago solo una volta l'anno, in inverno, dopo il completo rimescolamento del corpo d'acqua causato dal persistente vento di tramontana.
In condizioni climatiche favorevoli, dopo il rimescolamento, l'ossigeno è presente in tutto il corpo d'acqua, e quindi anche nello strato a contatto del fondo, nella misura di circa 10 milligrammi/litro. Tale contenuto si consuma gradualmente, con il trascorrere dei mesi, a causa del processo di demolizione aerobica. Se le spoglie sono relativamente poche, l'ossigeno è sufficiente per demolirle tutte in modo salubre, se invece sono troppe, l'ossigeno si esaurisce prima del rimescolamento invernale successivo. Subentra in tal caso la demolizione putrefattiva con tutti gli aspetti negativi sopra accennati.
Quest'ultima, oltre che essere malsana, rende nuovamente solubile parte dei nutrienti che erano stati resi insolubili durante il precedente processo aerobico. In tal caso al carico esterno di sostanze nutrienti si aggiunge quello interno, moltiplicando il degrado.
Ammesso che l'inverno sia stato sufficientemente freddo e ventoso e tale da fornire la massima riserva di ossigeno, nel caso che questo si esaurisca prima dell'inverno successivo, l'unico modo per tutelare la qualità dell'acqua è di ridurre il carico umano, o i suoi effetti, con adeguate opere che impediscano l'arrivo al lago di sostanze nutrienti.
Purtroppo esiste la possibilità che saltuariamente in inverno manchino freddo e tramontana, per cui il rimescolamento è insufficiente, con conseguenze negative sul processo di demolizione, ma niente possiamo contro le avversità climatiche.
Generalmente i nutrienti che giungono al lago dal bacino trovano una via di smaltimento attraverso l'emissario, ma ciò non accade nel caso del lago di Bolsena perché la portata del suo emissario è in pratica inesistente. Tutto quello che entra nel lago di Bolsena, vi rimane per sempre. E' un lago molto particolare che, per le caratteristiche del suo ricambio, è classificato ai sensi di legge "area sensibile e vulnerabile".
Alla mancanza di ricambio sopperisce la comunità biologica che, entro certi limiti, sottrae al lago i nutrienti in esso disciolti: li metabolizza, ne impedisce il loro accumulo e li trasferisce al fondo assieme alle spoglie, dove rimangono fissati.
Per conoscere lo stato dell'ossigenazione a fondo lago è necessario il monitoraggio mediante una sonda multiparametrica, con la quale si eseguono misure "in situ", come quella allegata, registrata il 12 ottobre, che ha rilevato scarsità di ossigeno.
Fino ad oggi lo stato del lago è stato buono, ma il fatto che a metà ottobre l'ossigeno al fondo sia quasi esaurito desta qualche preoccupazione per i prossimi mesi.
Possibile intervento prioritario di "Lake Management" per la tutela della qualità
Completare il collettore circumlacuale sul versante a ponente.
Aspetti quantitativi
Fino agli anni 50 il Lago di Bolsena e il suo emissario Marta non presentavano problemi di scarsità d’acqua. Nel corso degli ultimi decenni invece la situazione è deteriorata, tanto che alla fine delle stagioni estive il livello del lago scende frequentemente fino al limite dell’emersione dei fondali di fronte al Comune di Marta mentre la portata dell’emissario scende sotto il deflusso minimo vitale.
Le cause sono due: la situazione climatica tende alla siccità (globalmente confermata da effetto serra, scioglimento dei ghiacciai, tropicalizzazione, ecc.), mentre contestualmente aumentano i prelievi di acqua dal lago e dal suo bacino idrogeologico.
Il lago di Bolsena è considerato "riserva di acqua potabile per il Lazio", ma la sua potenzialità è esaurita. Infatti, mentre una falda acquifera può essere sfruttata abbassandone il livello di vari metri senza che nessuno se ne accorga, il lago di Bolsena ha un limite di escursione di pochi decimetri, oltre il quale affiorano i fondali e cessa il deflusso dall'emissario.
Il lago è la parte affiorante di una grande falda acquifera che lo alimenta dalla parte settentrionale. I prelievi idrici dai pozzi sottraggono acqua dalla falda prima che arrivi al lago: ne sono stati censiti circa 1500. A questi si aggiungono gli attingimenti dalle sorgenti e dal lago.
L'attuale prelievo idrico totale ammonta a 35.000.000 m3/anno ma, come evidenziano le foto, è palesemente troppo: occorre ridurre i prelievi a meno di 25.000.000 m3/anno.
Il consumo maggiore si deve all'irrigazione. Purtroppo i pozzi non sono provvisti di contatore per cui la quantità indicata potrebbe essere sovrastimata, ma è confermata da un censimento ufficiale del 1997. Potrebbero essere realizzate consistenti economie favorendo il ritorno volontario all'agricoltura estensiva asciutta o meno irrigua. Inoltre potrebbero essere razionalizzati gli impianti irrigui, ad esempio nella pianura padana si coltivano le patate con impianti sotterranei a goccia anziché ad aspersione.
L'acqua esportata dal bacino ha varie destinazioni, come indicato nel grafico. Le quantità sono approssimative e arrotondate, ma danno un quadro della situazione. Anche in questo settore possono essere fatte economie per alleggerire il peso dei prelievi dal bacino di Bolsena.
L'ultima emergenza è che le reti idriche contengono eccessive quantità di arsenico perché una recente normativa ha ridotto il limite massimo da 50 a 10 microgrammi/litro. E' in programma la miscelazione dell'acqua di rete con quella del lago di Bolsena che ne contiene in misura ridotta e si stanno predisponendo i finanziamenti per le opere necessarie. E' un disastro annunciato!
Possibili interventi prioritari di "Lake Management" per la tutela della quantità
Impedire la diluizione con acqua del bacino; razionalizzare l'irrigazione; trovare un approvvigionamento alternativo per Viterbo; ridurre le esportazioni fuori Provincia.
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