“La mobilità di una regione –
prosegue Giacometti - non può più rappresentare una questione tra pochi,
perlopiù inclini a difendere le proprie rendite di posizione.
La questione deve
essere affrontata nei suoi aspetti socioeconomici rispetto al corretto rapporto
tra qualità e costi, considerando la perfetta integrazione tra sistemi di
trasporto e un giusto equilibrio tra pubblico e privato nella sua gestione.
Una
sana politica dei trasporti deve riuscire a miscelare questo insieme di
componenti con una realtà finanziaria pubblica decisamente più sobria rispetto
al passato”. “Superata la filosofia del trasferimento finanziario governativo ai
territori in relazione ai chilometri serviti, infatti – prosegue Alvaro
Giacometti –, oggi la restrizione economica impone una filosofia più attenta,
soprattutto per realtà marginali e poco servite dalle direttrici nazionali come
è l’'Umbria.
Il problema che si pone, per la politica regionale, è come riuscire
a garantire una maggiore efficienza con minori risorse pubbliche, per dare
certezze a cittadini e imprese nella mobilità quotidiana”. Alvaro Giacometti è
passato, poi, ad analizzare le criticità relative alla gestione di Umbria
Mobilità, società umbra di trasporto pubblico, lanciando anche delle proposte.
“La semplice ricapitalizzazione da parte dei soggetti pubblici di Umbria
Mobilità spiega il presidente regionale di Casartigiani - non risolve ogni
problema, ma anzi alimenta nuove riflessioni politiche: le risorse messe in
campo potevano essere indirizzate, più correttamente, a sostegno dello sviluppo
economico o per alleviare la difficile condizione dello stato sociale?”
E ancora. “Prima di pensare alla copertura dei costi aumentando il prezzo del biglietto per i cittadini – prosegue Giacometti - appare logico e meno doloroso allargare la partecipazione al capitale sociale anche a imprese private che non possono essere solo i grandi vettori nazionali come Trenitalia. Nella nuova compagine occorre garantire e salvaguardare anche il ruolo fondamentale delle centinaia di imprese private, piccole e medie, che creano valore in Umbria con oltre 2mila addetti”. “
L’abbattimento dei costi – conclude il presidente
regionale di Casartigiani - non significa necessariamente taglio delle corse, ma
può riguardare anche una migliore integrazione tra i diversi livelli di
trasporto, la rivisitazione del ruolo tra ferrovia e gomma, l’ottimizzazione del
servizio e l’eliminazione degli eventuali e immancabili sprechi.
Una sana politica della mobilità in Umbria deve, per esempio, saper reinterpretare il ruolo della ferrovia Centrale umbra, cercando di capire come farla passare da ‘peso economico a opportunità di sviluppo’. La regione del futuro, insomma, deve ripensare la politica dei trasporti come momento strategico per la crescita della comunità”.
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